27/08/2020, 12.48
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Sale la tensione tra Pechino e l’Europa: il presidente del Senato ceco in arrivo a Taipei

Miloš Vystrčil guiderà una delegazione di 90 persone. Fra loro il sindaco di Praga, che mesi fa ha cancellato il gemellaggio con la capitale cinese. Wang Yi in visita in Europa per ridare smalto all’immagine del suo Paese. Ministro degli Esteri olandese: Sviluppi preoccupanti a Hong Kong e nello Xinjiang; libertà di culto per cristiani, buddisti tibetani e musulmani.

Taipei (AsiaNews) – Una delegazione di 90 personalità ceche tra politici, accademici, imprenditori e artisti, guidata dal presidente del Senato Miloš Vystrčil, sarà in visita a Taiwan dal 30 agosto al 4 settembre. Lo ha confermato ieri Zdeněk Hřib, sindaco di Praga, anch’egli tra i partecipanti alla missione.

I leader cinesi sono contrari all’iniziativa, in quanto rappresenta un indiretto riconoscimento di quella che essi considerano una provincia ribelle. Vystrčil incontrerà la presidente taiwanese Tsai Ing-wen e pronuncerà un discorso al Parlamento locale. Più volte egli ha dichiarato che le minacce di Pechino hanno rafforzato la sua intenzione di compiere il viaggio.

Anche Hřib è noto per il suo sostegno all’isola. Lo scorso gennaio, il primo cittadino della capitale ceca ha concluso un accordo di gemellaggio con Taipei. Tre mesi prima, dopo il rifiuto delle autorità cinesi di eliminare una clausola sul riconoscimento di Taiwan come parte della Cina comunista, egli aveva messo fine a un rapporto dello stesso tipo con la municipalità di Pechino

La Repubblica Ceca, delusa dalle promesse non mantenute dai cinesi sugli investimenti legati alla Belt and Road Initiative, il piano infrastrutturale di Xi Jinping per rendere il suo Paese il fulcro del commercio mondiale, è tra i Paesi europei ora più allineati con gli Usa nel criticare Pechino.

Secondo diversi osservatori, Wang Yi, il ministro degli Esteri cinese, è in visita questi giorni in Europa proprio per ridare smalto all’immagine del gigante asiatico. La Cina è finita nel mirino degli europei per la sua gestione della pandemia, la stretta repressiva a Hong Kong, le mancate riforme interne e i rischi associati all’uso della tecnologia 5G di Huawei.

Wang ha invitato i Paesi del Vecchio Continente a non farsi trascinare dagli Usa in una “nuova guerra fredda”: la risposta dei suoi interlocutori europei è stata piuttosto dura. Ieri, nel corso di un incontro bilaterale, il suo omologo olandese Stef Blok ha sollevato il problema del mancato rispetto dei diritti umani a Hong Kong e nello Xinjiang.

Blok ha puntualizzato che i recenti arresti di politici filo-democratici e giornalisti, il rinvio delle elezioni parlamentari e l’adozione della nuova legge sulla sicurezza nell’ex colonia britannica sono tutti “sviluppi estremamente preoccupanti”. Egli ha chiesto inoltre alla sua controparte cinese maggiore attenzione per la libertà religiosa in Cina, soprattutto per cristiani, buddisti tibetani e musulmani.

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