09/09/2010, 00.00
INDIA
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Vescovo indiano: L'Assemblea mondiale delle famiglie e le ambiguità della globalizzazione

di Mons. Agnelo Gracias
La famiglia cristiana, di fronte alle sfide del materialismo e dell’edonismo, deve riaffermare una convivenza basata sull’amore e il rispetto reciproco, quali figli del Padre. Il vescovo di Mumbai parla su AsiaNews del ruolo della famiglia oggi.

Mumbai (AsiaNews) – Domani 10 settembre inizia in India l’Assemblea Mondiale delle Famiglie sul tema “Le sfide alla famiglia nell’emergente realtà globale”, organizzata dal Movimento Famiglia Cristiana. Mons. Gracias Agnelo, vescovo ausiliare di Mumbai e presidente della Commissione Famiglia della Conferenza episcopale cattolica indiana (Cbci), interviene su AsiaNews per parlare del ruolo della famiglia nel mondo globalizzato: “una comunità di amore e vita, di un uomo e una donna, aperti alla vita”. Nel solco tracciato da Paolo VI e da Giovanni Paolo II.

Papa Giovanni Paolo II, nel suo Messaggio per la 31° Giornata mondiale della Pace nel 1989 ha osservato che ‘Noi siamo sulla soglia di una nuova era portatrice di grandi speranze e di problemi allarmanti’. Così nel 1989. Ora, nel 2010, siamo dentro quella nuova era, di grandi speranze e di problemi allarmanti.

Globalizzazione significa interdipendenza. La Commissione per il Lavoro della Cbci, nel messaggio per il 1° maggio 2004 ha sottolineato che l’interdipendenza è il fatto centrale del 21° secolo. Questo implica che siamo legati gli uni agli altri. L’intero mondo è una famiglia. La gente di tutto il mondo è oggi più legata gli uni agli altri che mai prima.

Molti dicono che la globalizzazione, nella sua forma attuale, ha avuto risultati soprattutto negativi. Prima di diventare un ‘global village’ (villaggio globale) siamo stati oggetto… di un ‘global pillage’ (saccheggio globale)…. dislocazione massiccia della popolazione, sfruttamento della forza lavoro per massimizzare i profitti, contadini e popolazioni indigene cacciati dalle loro stesse terre, eccetera.

La globalizzazione ha conseguenze anche per la vita della famiglia. La famiglia non vive in uno spazio separato, ma è correlata con le altre istituzioni sociali.

La globalizzazione economica ha con certezza effetti negativi per la vita della famiglia. Ha molto impoverito le famiglie rurali, perché la liberalizzazione e deregolazione hanno causato una minor domanda di quanto coltivano. Ha aumentato la povertà delle famiglie urbane: il rapido esodo di famiglie rurali nelle città ha causato un proliferare dei bassifondi dove la gente vive in condizioni tremende.

In Asia, per esempio, con l’aumento della povertà, cresce il numero dei lavoratori migranti, e questo crea problemi di disunità, infedeltà nelle coppie e inadeguato controllo dei figli lasciati nel Paese natale.

Questa crescente erosione di valori culturali è una sfida per la Chiesa. La Esortazione Apostolica ‘Ecclesia in Asia’ di Papa Giovanni Paolo II sottolinea in modo particolare che la globalizzazione culturale, resa possibile dalla moderna comunicazione dei media, è veloce nel tramutare le società asiatiche secondo la cultura globale materialistica e secolare. Il risultato è l’erosione della famiglia tradizionale e dei valori sociali che hanno orientato la vita.

Noi, piuttosto che vedere come minaccia tutto quanto accade nel mondo, possiamo vederlo come sfide. Sfide che la Chiesa affronta nelle sfere di fede, moralità ed evangelizzazione.

Per un cattolico, questa fede… è l’impegno nella chiesa, che è la comunità dei fedeli.

Attraverso la famiglia, il bambino è battezzato nella fede della Chiesa. La fede cresce per prima cosa nell’ambiente della famiglia.

Papa Giovanni Paolo II ripeteva le parole di Papa Paolo VI: ‘I genitori non solo comunicano il Vangelo ai loro figli, ma essi stessi possono ricevere dai bambini la stessa fede profonda come loro la vivono’. La trasmissione è a doppio senso: genitori a bambini e bambini a genitori. Per citare dalle Conclusioni del Congresso Pastorale Teologico del 5° Incontro mondiale delle famiglie a Valencia, Spagna: ‘Partendo dalla vita familiare, i bambini iniziano un’opera di apprendimento e approfondimento della fede che continua nelle parrocchie e nelle altre istituzioni ecclesiastiche’.

[Nell’attuale mondo globalizzato] la sfida alla Chiesa è approfondire la catechesi familiare così che ciascuno possa essere davvero evangelizzato e prendere un impegno personale con Gesù come Signore e Salvatore. Solo per questa via noi possiamo aiutare il bambino a entrare nel mondo adulto e affrontare la sfida del mondo globalizzato senza barriere, dove persone di differenti fede si mischiano. La catechesi familiare è la risposta a questa sfida.

Questo con chiarezza delinea i 4 principali compiti della famiglia cristiana: formare una comunità di persone, servire la vita, partecipare allo sviluppo della società, partecipare alla vita e alla missione della Chiesa.

In concreto, vuol dire che una famiglia cristiana è aperta alla vita e in essa ogni vita è benvenuta e i bambini sono valutati molto più che il possesso e le cose materiali… In una famiglia cristiana, Dio viene come prima cosa. Che non significa pregare a lungo, ma che il bambino vede che il padre e la madre che lo comandano, sono loro stessi sottomessi a Dio, il Padre di tutto noi... In una famiglia cristiana i bambini vedono il padre e la madre che chiedono perdono l’un l’altra dopo una lite. E, aggiungo, i genitori quando sono in torto chiedono perdono anche ai figli... Una famiglia cristiana è contrassegnata dalla contentezza. Il mondo pubblicitario crea di continuo nuove necessità nei giovani cuori dei nostri bambini, incitando al consumismo. Una famiglia cristiana apre gli occhi e i cuori dei figli verso chi è meno fortunato, ai non abbienti che vivono intorno a noi.

Faccio giusto un paio di esempi con riguardo alla vita umana, del mio Paese, l’India. In India il governo promuove la contraccezione artificiale ai fini della ‘Pianificazione familiare’. Si sta affermando una mentalità contraccettiva. E’ favorito l’aborto. I dati indicano che in India 200mila ginecologi praticano circa 1,2 milioni di aborti l’anno... Con la diffusione di quella che il Papa descrive come ‘la cultura della morte’, la vita umana è in pericolo dal suo inizio: il ventre della madre che dovrebbe essere il posto più sicuro possibile è ora diventato una [possibile] tomba.

Ogni settimana le cronache riportano almeno un crimine sessuale. Noi esprimiamo orrore, sbigottimento e shock, ma è come se pregassimo perché ne avvengano di più. I principali giornali mettono foto provocanti in prima pagina E’ stato creato un [approccio] ‘Io sento perciò faccio’, un approccio accidentale alle relazioni e alla fedeltà nel matrimonio. Questo approccio accidentale contribuisce al ‘sesso per divertimento’ e ai comportamenti promiscui. La crescente tendenza al sesso pre-matrimoniale e ai rapporti extra-matrimoniali ha contribuito all’instabilità della vita familiare.

In un mondo dove l’aborto a basso costo è pubblicizzato sui treni, la famiglia cristiana è chiamata ad affermare la sacralità della vita umana. In un mondo dove la vita è trattata come una merce prodotta in provetta e le coppie desiderano figli fatti-su-misura, la famiglia cristiana è chiamata a proclamare l’indissolubile legame tra amore e vita e a ricevere ogni nuova vita come un dono di Dio.

Una famiglia cristiana trasmette la fede ai figli, ma questi a loro volta diventano gli evangelizzatori di altre famiglie, con la testimonianza della loro vita.  

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

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