Accordo tra i siro-malabaresi: dal 3 luglio nuove regole (meno rigide) per la diocesi 'ribelle'
L'arcivescovo maggiore Thattil e il vicario Pamplany hanno deciso che nell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly sarà sufficiente la celebrazione di almeno una liturgia eucaristica domenicale secondo il rito unificato deciso dal Sinodo, lasciando così la possibilità di affiancare altre celebrazioni con il rito precedente in difesa del quale vi erano state aspre contestazioni con una frattura che dura da anni. Anche i nuovi preti non saranno più obbligati a celebrare solo con il nuovo rito.
Kochi (AsiaNews) - L'annosa controversia sulle modalità di celebrazione della liturgia eucaristica nell'arcidiocesi indiana di Ernakulam-Angamaly, che da anni scuote la comunità siro-malabarese, si starebbe avviando verso una soluzione. Questa antica Chiesa di rito orientale ha definito infatti alcune nuove misure che affrontano la questione destinate ad entrare in vigore il 3 luglio, il giorno della festa san Tommaso, l’apostolo dell’India.
Si è appreso che un confronto tra l'arcivescovo maggiore e metropolita dell'arcidiocesi Mar Raphael Thattil e il vicario metropolita Mar Joseph Pamplany ha portato a un consenso per celebrare una Messa in linea con le direttive del Sinodo siro-malabarese in tutte le chiese la domenica e nei giorni festivi. Questa Messa - conforme al rito unificato, che prevede una prima parte rivolta al popolo ma la preghiera eucaristica rivolta all’altare - può essere celebrata in qualsiasi momento tra le 5:30 e le 10 o tra le 15:30 e le 18 la domenica. Questa prassi sarà estesa anche alle sette parrocchie che già attuano la Messa in conformità con le direttive del Sinodo.
L'assemblea ha anche deciso di concedere ai 24 sacerdoti di nuova nomina nell'arcidiocesi diritti pari a quelli del clero esistente. In precedenza i sacerdoti avevano ricevuto l'ordinazione solo dopo aver presentato un impegno scritto a non celebrare la Messa secondo il rito che era stato adottato nell’arcidiocesi dopo il Vaticano II, che prevede l’intera celebrazione rivolta verso il popolo. Ora invece potranno continuare a farlo.
Nell'ambito della risoluzione del conflitto, la curia esistente nell'arcidiocesi sarà abolita e tutti i procedimenti disciplinari avviati contro i sacerdoti dissenzienti saranno revocati. Gli amministratori delle quattro foranie nominati dal vescovo Bosco Puthur saranno sostituiti.
Il clero presente all'incontro ha sottolineato che nelle parrocchie in cui sono in corso controversie legali, le messe dirette dal Sinodo saranno introdotte solo dopo che le questioni legali saranno risolte. Successivamente verrà pubblicata una circolare ufficiale che descriverà nel dettaglio i termini e le condizioni dell'accordo.
Padre Joyce Kaithakottil, dell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly, ha commentato queste notizie ad AsiaNews: “Si tratta di un passo positivo verso la pace nella Chiesa. Speriamo e preghiamo che le autorità non si ritirino dall'accordo. Nella prima fase, potrebbe non essere attuato al 100%, ma lo spirito è la riconciliazione. Non vogliamo porre fine per sempre all'ottima eredità della liturgia rivolta al popolo".