03/11/2025, 13.00
SINGAPORE
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Singapore: ‘monumento nazionale’ la casa dell’ex premier e fondatore Lee Kuan Yew

L’edificio a lungo al centro di una dura battaglia fra i figli sul suo destino. Il padre ne aveva auspicato la “demolizione” o la “chiusura” al pubblico. Il governo ne ha sottolineato il “valore storico” che è “degno” di essere preservato. Ancora incerto il futuro. Nel seminterrato si sono tenuti gli incontri che hanno portato alla fondazione nel 1959 del People’s Action Party. 

Singapore (AsiaNews) - Nel tentativo di chiudere un’aspra disputa fra i figli (ed eredi) sul destino dell’edificio e dare lustro a una delle figure più importanti della città-Stato asiatica, il governo di Singapore ha detto oggi che intende dichiarare “monumento nazionale” la casa dell’ex primo ministro Lee Kuan Yew. Un comitato consultivo ha stabilito che il bungalow a un piano, costruito nel 1898 in pieno centro, è degno di essere preservato, secondo quanto dichiarato dal National Heritage Board e dalla Singapore Land Authority in una nota. Secondo gli esperti, infatti, la storica struttura “è stata testimone di eventi cruciali negli anni ‘50 [del secolo scorso] che hanno segnato la transizione di Singapore da colonia a nazione indipendente”.

Il comitato ha ritenuto che l’edificio - meglio noto come “38 Oxley Road site” - sia da ritenere di importanza nazionale, con un “grande valore storico e tale da essere preservato” prosegue la dichiarazione. Inoltre, per gli esperti in caso di “acquisto”, l’intera struttura dovrà essere riconvertita “in uno spazio pubblico” fruibile alla cittadinanza. 

Lee, un leader caratterizzato da luci e ombre scomparso nel 2015, aveva pubblicamente dichiarato di volere che la casa fosse “demolita”. L’ex primo ministro aveva incluso tale richiesta nel suo testamento, aggiungendo che “se ciò non fosse stato possibile, avrebbe voluto che fosse chiusa a chiunque tranne che alla famiglia e ai discendenti.

La conservazione del sito non obbligava il governo a preservare tutti gli edifici e le strutture nel loro stato attuale e sarebbero state prese in considerazione tutte le opzioni. “Indipendentemente dall’opzione scelta, l’esecutivo - conclude la nota - rispetterà le volontà di Lee Kuan Yew e rimuoverà ogni traccia degli spazi privati di Lee e della sua famiglia”.

La questione di cosa fare della casa è diventata un tema importante in una disputa pubblica tra i tre figli dell’ex premier dopo la sua morte. Il maggiore Lee Hsien Loong, che lo scorso anno ha lasciato la carica di terzo primo ministro della storia della giovane nazione, riteneva che spettasse al governo decidere cosa fare della proprietà, compresa la possibilità di conservarla come monumento storico. La sorella Lee Wei Ling e il minore Lee Hsien Yang hanno affermato che dovrebbe essere “demolito in conformità con le volontà del padre”.

In un rapporto del 2018, un comitato ministeriale aveva sottolineato che non era necessario prendere una decisione immediata sulla casa, poiché la figlia Lee Wei Ling vi risiedeva ancora al suo interno. Dopo la morte della donna lo scorso anno, Lee Hsien Yang ha chiesto il permesso di demolire la casa. Lee Kuan Yew aveva dichiarato al quotidiano Straits Times nel 2011 che voleva che la casa fosse demolita perché sarebbe “diventata un rudere” se fosse stata aperta al pubblico, e sperava che la sua rimozione avrebbe “migliorato il valore dei terreni nel quartiere”.

Se il sito viene preservato e acquisito, sarà convertito in uno spazio pubblico spiegano il National Heritage Board (Nhb) e la Singapore Land Authority (Sla). Ciò significa che non può essere riqualificato per usi residenziali, commerciali o di altro tipo. L’annuncio arriva più di un anno dopo (era il 21 ottobre 2024) che il figlio, Lee Hsien Yang, aveva presentato l’istanza di demolizione.

Il governo aveva risposto all’epoca dicendo che avrebbe valutato se meritava la conservazione come monumento nazionale. Nhb e Sla precisano che preservarlo non significa necessariamente mantenerlo nella loro forma attuale. Una decisione finale sul futuro del sito sarà presa “entro questo mandato di governo” in carica fino al 2029 e tutte le opzioni saranno prese in considerazione, fra cui la demolizione parziale o totale degli edifici e delle strutture.

La decisione di preservare il sito 38 di Oxley Road arriva quasi un decennio dopo la morte di Lee nel marzo 2015 e segue anni di dibattito sul destino della proprietà. Costruito alla fine del XIX secolo, il sito è strettamente associato agli eventi chiave della storia di Singapore: la sala da pranzo nel seminterrato ha ospitato incontri che hanno portato alla formazione del People’s Action Party, il partito al potere dal 1959.

Lee Kuan Yew ha guidato il Paese col pugno di ferro, isolando gli oppositori politici, imbavagliando i media e restringendo le libertà personali, pur avendo guidato l’economia nazionale verso la prosperità. Anche la libertà religiosa, seppur riconosciuta, è stata subordinata al “bene comune della società” che viene ancor prima di essa. L’anziano leader di Singapore ha promosso una legge volta a “preservare l’armonia confessionale” che, in realtà, ha di fatto imposto un controllo serrato su spazi di riflessione, libero pensiero e contestare il potere costituito. Anche in tema di sviluppo economico, politiche del lavoro e rapporti con i sindacati, nell’anziano leader di Singapore emergono visioni e progetti contrastanti. 

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