25/02/2008, 00.00
CINA
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Accademici ed ecologisti contro le dighe sul fiume Nu

Il progetto era stato bloccato nel 2004 da Wen Jiabao, ma sembra comunque andare avanti. La zona è considerata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Almeno 50 mila persone dovranno essere trasferite per fare spazio alle costruzioni.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Gruppi ecologisti, ma anche scienziati e accademici hanno fatto un appello al governo centrale perché  blocchi il progetto di costruzione di una serie di dighe sul medio corso del fiume Nu, nello Yunnan. In una lettera aperta pubblicata due settimane fa, essi domandano che si renda pubblico lo studio sull’impatto ambientale del progetto e che si tenga una pubblica discussione. Una lettera aperta simile era stata diffusa anche nell’agosto 2005, ma era rimasta sena risposta.

Il progetto prevede la costruzione di 13 dighe sul fiume, in una zona che l’Unesco ha dichiarato “patrimonio dell’umanità” per la sua trionfante bellezza naturale. Nel 2004, in seguito a critiche e appelli di gruppi ecologisti cinesi e della popolazione che sarebbe costretta ad essere trapiantata, il premier Wen Jiabao ha bloccato la costruzione, promettendo uno studio sull’impatto ambientale.

Ma testimonianza raccolte dal South China Morning Post di oggi, dicono che nella zona fervono già i preparativi per iniziare almeno una delle 13 dighe entro qualche mese,  rinforzando gli argini del fiume e spianando la strada per i camion. La gente cerca di fermare bulldozer e trattori, nel timore di doversi trasferire. Se il progetto va avanti, almeno 50 mila persone dovrebbero essere strappate alla loro terra.

Il governo dello Yunnan e la ditta responsabile del progetto, la China Huadian,di proprietà dello stato, sottolineano che la costruzione delle 13 dighe avrebbe la capacità di 21.320 Megawatt, il 17% in più della diga delle Tre gole sul fiume Yangtze. Ciò permetterebbe la produzione di più di 103 milioni di Megawatt all’anno per un ricavo di 36 miliardi di yuan (3,6 miliardi di euro). Una parte – almeno 1 miliardo di yuan – rimarrebbe nelle casse del governo, aiutando lo sviluppo economico dell’area, attualmente una delle più povere della Cina. Il reddito medio degli abitanti della zona è circa 860 yuan all’anno, al di sotto della soglia della povertà.

Gli abitanti però non credono alla generosità del governo locale e centrale. Secondo loro il progetto serve solo a saziare la fame di energia del Paese, ma a spese della popolazione. In molti villaggi, la notizia dell’imminente costruzione ha fatto salire il costo dell’energia elettrica, tanto che i poveri contadini non sono più in grado di pagarla. Riguardo alla cura per lo sviluppo dell’area, da parte del governo locale, essi fanno notare che vi sono ponti e strade che necessitano da anni riparazioni, ma il governo rimane insensibile.

Accademici mettono in luce che il progetto delle dighe sul fiume Nu mostra ancora una volta la debolezza dello stile di governo in Cina, con decisioni prese al vertice, senza alcun interesse verso la base. Proprio il contrario di quanto va predicando il presidente Hu Jintao, secondo il quale occorre preservare i fiumi e dare più ascolto ai bisogni della popolazione più svantaggiata.

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