03/11/2016, 14.01
SIRIA
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Aleppo: missili sul settore ovest, feriti tre cristiani. I ribelli respingono l’offerta di evacuazione

P. Ibrahim Alsabagh conferma il lancio di razzi dal settore orientale, colpite “case ed edifici abitati dai civili”. Mosca apre otto corridoi umanitari per abbandonare Aleppo est. Secca la replica dei gruppi anti-governativi: “Non ci arrenderemo”. I miliziani stanno sabotando le vie di fuga piazzando mine ed esplosivi. 

 

Aleppo (AsiaNews) - I missili “lanciati dal settore orientale” di Aleppo, controllato dai ribelli anti-governativi in lotta contro l’esercito regolare siriano, hanno centrato “case ed edifici abitati dai civili”. Alcuni lanciati ieri hanno colpito anche un quartiere cristiano, ferendo “in modo grave” almeno tre persone (nelle foto). È quanto racconta ad AsiaNews p. Ibrahim Alsabagh, 44enne francescano, guardiano e parroco della parrocchia latina di san Francesco ad Aleppo, la “capitale del Nord” della Siria divenuta da tempo epicentro del conflitto nel Paese arabo.

“Da tre anni - aggiunge p. Ibrahim - viviamo sotto i missili che vengono scagliati dalle milizie armate che si trovano nella parte est della città o dislocate attorno ad Aleppo”. L’auspicio, conclude, è che si possa arrivare presto a una soluzione per alleviare le sofferenze della popolazione esasperata da un conflitto che dal marzo 2011 ha provocato 300mila morti (430mila secondo altre fonti) e milioni di profughi. 

Nelle ultime due settimane Siria e Russia hanno sospeso i raid aerei contro il settore orientale di Aleppo, nel contesto di una “pausa umanitaria” infranta a più riprese dai gruppi ribelli. Anche ieri sono partiti missili e razzi dal settore orientale (dove vivono sotto assedio circa 250mila persone), che hanno raggiunto la zona ovest in mano al governo e in cui risiede la maggioranza della popolazione (1,2 milioni di persone). 

Ieri Mosca e Damasco hanno lanciato un ultimatum ai ribelli siriani che controllano il settore orientale di Aleppo, i quali hanno tempo fino a domani per lasciare la città. In una nota il ministero russo della Difesa afferma che ai miliziani sarà concesso di partire “incolumi” e “con le loro armi” attraverso due speciali corridoi già predisposti.

Altri sei corridoi saranno invece riservati - come avvenuto in precedenza a ottobre - saranno riservati ai civili che intendono fuggire dalle aree, insieme ai malati e ai feriti nei combattimenti.

Tuttavia, il fronte dei ribelli ha già respinto la proposta e anche questo tentativo - come altri in passato - sembra destinato a fallire.

I varchi saranno aperto dalle 9 del mattino alle 7 di sera ora di Aleppo. Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato ai suoi uomini di predisporre tutte le misure necessarie a scongiurare vittime, in particolare fra i civili. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha sottolineato che Mosca è alla ricerca di una “collaborazione onesta” e di un “processo politico” che “coinvolga sia il governo [siriano] che le forze di opposizione”. 

L’offerta di uscita sicura dalla città è stata però respinta al mittente dai gruppi ribelli. Zakaria Malahifji, leader di Fastaqim, il quale ha dichiarato che “non lasceremo la città di Aleppo in mano ai russi e non ci arrenderemo”. Questa è una proposta, ha aggiunto, “assolutamente fuori discussione”. 

A conferma dell’atteggiamento belligerante dei gruppi ribelli, i vertici dell’esercito russo affermano che i miliziani stanno sabotando la “pausa umanitaria” nel conflitto e le vie di uscita. Il generale Sergei Rudskoi ha dichiarato che “i gruppi estremisti stanno piazzando mine e ordigni nei corridoi umanitari” e “sparano ai civili” che cercano di abbandonare il settore orientale. I miliziani, conclude l’alto ufficiale, “fanno di tutto per mettere in crisi la stabilizzazione della situazione ad Aleppo”. 

Sempre dal fronte dei ribelli giunge la notizia di divisioni e scontri interni, che alimentano ancor più una situazione di forte tensione. Yasser al-Yousef, uno dei leader di Nour el-Din el-Zinki, conferma le voci di scontri con esponenti del movimento Fastaqim; alla base della controversia le lotte di potere all’interno della galassia anti-governativa che controlla Aleppo.

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