11/04/2012, 00.00
INDONESIA – ASIA
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Allerta tsunami nell’Oceano Indiano. Forte sisma sulle coste indonesiane

di Mathias Hariyadi
Il terremoto di magnitudo 8,7 si è sviluppato al largo della costa di Aceh, già interessata dalla devastante scossa del dicembre 2004. Al momento non si hanno notizie ufficiali di vittime o feriti. Milioni di cittadini in fuga dalla costa. Operazioni di evacuazione anche in India e Thailandia. Vescovo di Padang ad AsiaNews: la situazione è buona.

Jakarta (AsiaNews) - Un fortissimo terremoto di magnitudo 8,7 è avvenuto oggi alle 3.38 del pomeriggio ora locale, al largo della provincia indonesiana di Aceh, provocando un "allerta" tsunami che interessa 26 nazioni dell'area Pacifico e della costa africana. L'area è la stessa colpita dal devastante sisma del dicembre 2004, il quale ha provocato un'onda anomala che ha causato oltre 200mila vittime in tutto il continente. Milioni di indonesiani si sono riversati per le strade in preda al panico; la scossa è stata avvertita anche in India, Thailandia e Singapore. Al momento la preoccupazione maggiore è concentrata sulla possibile formazione di onde anomale e per scosse di assestamento: alle 5.43 del pomeriggio è avvenuto un nuovo - forte - sisma di magnitudo 8,2 e permane l'allerta tsunami.

Localizzato a Simeuleu (150 km a ovest dell'isola di Sumatra), a una trentina di chilometri di profondità, il sisma è durato circa tre minuti e ha interessato decine di città indonesiane fra cui Medan, Padang, Jambi e Bengkulu; la popolazione ha abbandonato spiagge e coste, cercando rifugi in zone più elevate. Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha diffuso un comunicato in cui afferma che il sisma non è "potenzialmente così forte da provocare uno tsunami", anche se permane l'allerta per le prossime ore, in particolare lungo le aree costiere di Aceh, West Sumatra, Bengkulu e anche nel West Java.

Interpellato da AsiaNews sulla situazione a Padang, nel West Sumatra, il vescovo locale mons. Martinus Situmorang afferma che "al momento è buona: stiamo bene, nonostante la forte scossa che è stata avvertita con nitidezza qui".

In Indonesia si sono verificate situazioni di panico che hanno generato traffico e ingorghi per le strade, soprattutto nella provincia di Aceh. Al momento non si hanno notizie di morti o di feriti, mentre è saltata la fornitura di energia elettrica. Fonti locali riferiscono che gli aeroporti di Banda Aceh hanno sofferto alcuni danni minimi, fra cui la rottura di vetrate, ma lo scalo funziona regolarmente e non si registrano cancellazioni di voli.

La tv indiana NDTV ha annunciato onde di 30-45 cm che avrebbero colpito alcune zone della costa delle isole Andamane e Nicobar, ma finora non si sono visti tsunami della portata di tre o sei metri come annunciato in un primo momento. Il centro di controllo degli tsunami del Pacifico (dell'agenzia statunitense Noaa) parla di situazione di "allerta", ma non "allarme" vero e proprio. Gli esperti sottolineano che bisogna aspettare l'evoluzione delle prossime ore e verificare se vi saranno altre scosse "maggiori" di assestamento.

I sismologi indonesiani hanno annunciato un secondo terremoto di magnitudo 6.5 che si è sviluppato successivamente al primo sisma, ma non ha determinato l'innalzamento del livello di allerta che interessa 26 nazioni, fra cui Indonesia, India, Sri Lanka, Australia, Myanmar, Thailandia, Maldive, Malaysia, Mauritius, Reunion, Seychelles, Pakistan, Somalia, Oman, Madagascar, Singapore e Bangladesh.

L'Indonesia si trova su quello che è definito "anello di fuoco" del Pacifico, caratterizzato da una elevata attività vulcanica e sismica. Il 30 ottobre 2009, un altro forte sisma aveva colpito l'area di Padang provocando circa 700 morti. Oltre 180 abitazioni erano state rase al suolo. Ancora più devastante lo tsunami che il 26 dicembre del 2004 aveva provocato 230mila vittime fra Indonesia e diverse altre nazioni (14 in tutto) che si affacciano sull'Oceano Indiano.

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