03/03/2008, 00.00
CINA
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Ammissioni e smentite a Pechino su un cambiamento della politica del figlio-unico

Ai margini dei lavori della Conferenza consultiva politica del popolo, affermazioni e nette smentite sulla volontà di modificare la legge. Esperti: è la prova degli attuali dissidi.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Non è vero che la Cina stia per modificare la politica del figlio-unico. Wu Jianmin, portavoce della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Ccppc) smentisce la precedente affermazione che Pechino valuti se consentire alle famiglie di avere più di un figlio.

Il 28 febbraio Zhao Baige, viceministro della Commissione per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare, ha detto alla stampa che è allo studio una modifica della legge, applicata dagli anni ’70, che permette a ogni coppia di avere un solo figlio (due per le famiglie rurali). “Le minoranze [etniche] – ha detto Zhao – già hanno due figli, anche tre, e in città come Shanghai e Pechino, a molti figli unici è già stato consentito [di avere due figli]”. Zhao ha ricordato il problema degli anziani, cui è difficile provvedere senza il tradizionale sostegno di una famiglia numerosa, e ha citato indagini secondo le quali il 60% di chi ha meno di 30 anni vorrebbe comunque non più di due figli.

Ma la Commissione ha poi negato alcuna intenzione di modifiche e ieri Wu ha ribadito che al momento la Cina “non ha altra scelta” che mantenere l’attuale politica, ripetendo che il Paese non potrebbe sostenere un maggior incremento demografico, viste le limitate risorse.

Esperti osservano come questo “disguido” confermi le critiche anche interne al Partito comunista contro questa politica, che molti ritengono danneggi l’economia e lo sviluppo del Paese. Nel 2007, 29 delegati della Ccppc hanno chiesto di cambiare una politica che – hanno detto – crea problemi sociali (quali: l’assistenza verso gli anziani genitori) e una generazione di giovani “viziati”. Si teme anche che la minore pressione demografica rallenterà l’economia, facendo venire meno forza lavoro e competitività. Già oggi, comunque, il 40% delle coppie ha due o più figli.

L’applicazione di questa politica ha anche “giustificato” aborti forzati e gravi sanzioni economiche contro i “trasgressori”, come pure aborti selettivi contro le bambine, preferendo le famiglie avere figli maschi.

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