19/08/2020, 11.36
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Asia-Pacifico, il coronavirus accresce la disoccupazione fra i giovani

Per l’Organizzazione internazionale del lavoro e la Banca asiatica per lo sviluppo, le prospettive di impiego per 663 milioni di giovani in età di lavoro sono incerte. A rischio 10-15 milioni di posti. La Cina ha registrato finora l’aumento maggiore di disoccupati. Entro fine anno, il tasso di disoccupazione aumenterà almeno del doppio in diversi Paesi. Le nuove leve lavorano nei settori più colpiti dalla pandemia. Servono politiche mirate da parte dei governi.

Bangkok (AsiaNews) – A causa della pandemia di coronavirus, nella regione Asia-Pacifico è cresciuto il numero di giovani disoccupati: 10-15 milioni di persone tra i 15 e i 24 anni rischiano di perdere il lavoro quest’anno. È quanto emerge da un rapporto pubblicato ieri dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e dalla Banca asiatica per lo sviluppo (Adb).

Dai dati risulta che, con le economie asiatiche in forte contrazione, le prospettive di impiego per 663 milioni di giovani in età di lavoro sono incerte. Tra i Paesi monitorati, la Cina (inclusa Hong Kong) ha registrato la crescita maggiore del tasso di disoccupazione, passato dal 7,1% del primo trimestre del 2019 al 10,1% di quello del 2020. Secondo i calcoli dell’Ufficio cinese di statistica, ad aprile la disoccupazione giovanile nel Paese aveva toccato il 13,8%; a luglio la percentuale ha visto un lieve aumento.

Nel periodo considerato, il numero dei disoccupati ha avuto un incremento anche in Indonesia (+0,9%), Malaysia (+0,7%), Australia (+0,6%), Vietnam (+0,5%) e Giappone (+0,3%). La disoccupazione in Thailandia è rimasta stabile; malgrado gli effetti recessivi del Covid-19, Corea del Sud ha avuto un calo della disoccupazione dello 0,3%, e la Nuova Zelanda dello 0,1%.

Le proiezioni per la fine dell’anno sono più negative. Ilo e Adb stimano che il tasso di disoccupazione in Cambogia, Filippine, Fiji, Nepal, Pakistan e Thailandia aumenterà almeno del doppio rispetto al 2019.

I giovani della regione sono più a rischio degli adulti perché la metà di essi che risulta occupata (circa 110 milioni) è impiegata nei settori più colpiti dalla crisi pandemica: commercio all’ingrosso e vendita al dettaglio; servizi; alberghi e ristorazione; manifattura. Il quadro è peggiorato dalla sospensione delle attività educative e di formazione professionale.

Ilo e Adb invitano i governi della regione ad adottare politiche economiche mirate ai giovani. Esse dovrebbero comprendere indennità di disoccupazione o sussidi che integrano la riduzione dei salari, programmi pubblici di impiego e misure per mitigare l’impatto sugli studenti della chiusura delle scuole.

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