Attivista cinese contro l'Aids premiato da una multinazionale
Il premio da parte di una nota ditta di materiale sportivo servirà a fondare un centro per orfani dell'Aids.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) Qualche volta capitalismo e diritti umani si danno la mano. La nota ditta di materiale sportivo Reebok ha deciso di assegnare un premio di 50 mila dollari Usa all'attivista cinese Li Dan per il suo impegno di denuncia sulla situazione dell'Aids in Cina.
Li è il direttore del Progetto China Orchid, con base a Pechino. Nella motivazione del premio, si dice che "Li Dan ha fatto pressioni sul governo cinese perché risponda all'epidemia di Aids che si diffonde in modo vorticoso nel Paese e ha rischiato la vita" per far crescere ed educare gli orfani di genitori morti da Aids, di solito rifiutati dalle loro comunità e scuole.
Secondo le cifre ufficiali, l'anno scorso in Cina vi erano 650 mila malati di Hiv dei quali 75 mila con la malattia in pieno sviluppo. L'Onu però accusa Pechino di nascondere i dati reali della situazione. "La Cina afferma Li continua a considerare l'Aids una malattia che proviene dagli stranieri e non vuole ammettere che essa è un fenomeno endemico alla nazione".
Li Dan ha dichiarato che userà i soldi del premio per costruire un centro per i bambini orfani dell'Aids. Assieme a lui, quest'anno sono stati premiati Rachel Lloyd, che difende ragazze sfruttate nel giro del sesso a New York; Khurram Parvez, attivista per la pace nel Kashmir; Otto Saki, avvocato in difesa dei diritti umani nello Zimbabwe.