10/04/2007, 00.00
IRAQ
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Auguri di Pasqua al Papa anche da un gruppo di imam di Kirkuk

Tanti musulmani sono andati a fare visita al vescovo della città ed hanno parlato di fraternità tra i fedeli delle due religioni. Mons. Sako ho sottolineato la responsabilità di ogni religioso a diffondere “parole buone”. La Settimana santa di un gruppo di amicizia libano-iracheno.

Kirkuk (AsiaNews) – Auguri anche al Papa “che non si stanca di lavorare per la pace e per il bene di tutta l'umanità”, da un gruppo di sette imam sunniti e sciiti che nella cattedrale di Kirkuk, nel nord dell’Iraq, hanno assistito alla messa di Pasqua celebrata dal vescovo mons. Louis Sako e portato auguri di pace. I religiosi musulmani (nella foto) hanno anche parlato della fraternità tra cristiani e musulmani e tutti hanno pregato affinché Dio dia all'Iraq la sicurezza e la pace

Mons. Sako all'inizio della cerimonia, nel dar loro il benvenuto, ha evidenziato i punti di vicinanza tra il cristianesimo e l'islam, ed ha invitato rispettare la diversità perché risponde all' “economia divina”. “Dio – ha detto - ci ha creati diversi per incontraci e alla fine arrivare allo scopo finale che è Dio stesso”. Il vescovo ha sottolineato che è responsabilità di ogni imam e di ogni religioso dire parole efficaci e buone, che la gente ascolta volentieri.

Sono stati tanti, peraltro, i musulmani che a Pasqua sono andati a portare gli auguri al vescovo caldeo, quest’anno forse persino più dei cristiani, a partire dal governatore della città accompagnato dal consiglio cittadino. All’arcivescovado sono andati anche capi religiosi e capi tribali, rappresentanti dei partiti, sunniti e sciiti, curdi, arabi o turcomanni, le studentesse di una scuola media con le maestre e la direttrice e un gran numero dei giornalisti e corrispondenti delle agenzie locale e internazionali.

Il vescovo, mons.Sako, ha ringraziato tutti per questo gesto particolare e ha espresso la speranza che l’Iraq e il suo popolo abbiano concordia e sicurezza. Egli ha invitato gli iracheni a saldare i legami tra loro, quali che siano le loro origini e idee, ed ha pregato il Signore affinché Kirkuk rimanga la città simbolo della  fraternità e convivenza.

Già la Settimana santa era stata segnata a Kirkuk da segni di speranza. Un gruppo di amicizia libano-irachena era arrivato la Domenica delle palme, su iniziativa del Centro di studi e ricerche orientali di Antelias, affettuosamente accolti da mons. Sako e dai fedeli.

Il programma della Settimana era già stato preparato sul tema del rifiuto della violenza e del “sì” ai ramoscelli d’ulivo di pace, a qualsiasi costo.

Il gruppo si è diviso in due: una parte è stata nella zona di Mosul e l’altra nell’arcivescovado caldeo. Le celebrazioni liturgiche in tutte le chiese di Kirkuk sono state centrate sulla speranza contro tutte le disillusioni, sul ruolo e l’importanza della Chiesa in Iraq, "culla dei nostri padri nella fede", e sul contributo della Mesopotamia alla pace. Le chiese erano colme di gente e i fedeli hanno ascoltato con attenzione ed entusiasmo le parole sul loro ruolo di costruttori di pace. Erano convinti che la paca e l’unità non possono venire che dall’interno e che gli stranieri non hanno interesse a questo progetto.

 

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