08/07/2013, 00.00
INDIA
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Card. Gracias: Solidarietà e sostegno ai buddisti dopo l'attacco all'albero sacro

di Nirmala Carvalho
Nove deflagrazioni hanno colpito il complesso sacro del Bodh Gaya (Bihar), dove si trova l’albero sotto il quale Siddharta Gautama avrebbe raggiunto l’illuminazione. I danni ai templi sono di lieve entità, feriti due monaci. Per la polizia è un attentato di matrice islamica. Presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci): “L’India è una terra di pace, lavoriamo insieme per costruire una società più giusta, libera e sicura”.

Mumbai (AsiaNews) - "Come indiano sono profondamente addolorato per l'orribile violenza perpetrata contro il tempio di Bodh Gaya. Desidero assicurare ai nostri pellegrini buddisti provenienti da tutto il mondo, in particolare da Sri Lanka, Cina, Giappone e Sudest asiatico, che l'India è una terra di pace, compassione e armonia. Daremo loro il nostro sostegno e la nostra solidarietà". È il messaggio lanciato attraverso AsiaNews dal card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), dopo la serie di esplosioni che ieri hanno colpito uno dei più importanti luoghi sacri del buddismo in India e nel mondo.

Nove esplosioni di media intensità hanno colpito Bodh Gaya, complesso sacro del buddismo situato nello Stato indiano del Bihar. Nominato Patrimonio Unesco dell'umanità, il sito accoglie l'antico tempio di Mahabodhi e l'albero della Bodhi, sotto il quale - secondo la tradizione - Siddartha Gautama raggiunse l'illuminazione diventando Buddha. Il complesso ha riportato lievi danni e due monaci sono stati feriti.

Per il momento, nessuno ha rivendicato le esplosioni. Tuttavia, le forze dell'ordine credono si tratti di un attentato terroristico, ad opera del gruppo estremista islamico Indian Mujahideen. L'organizzazione, spiegano le autorità indiane, avrebbe in programma di attaccare una serie di luoghi sacri del buddismo per ottenere riconoscimento internazionale.

"Le nostre preghiere e preoccupazioni - ha aggiunto il porporato, che è anche segretario generale della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc) - sono con quanti hanno vissuto il trauma di questi gesti terribili, e in particolare con i feriti".

"Dinanzi a questa violenza insensata - ha continuato - noi, la Chiesa cattolica in India, la comunità cristiana e i leader di altre religioni dobbiamo essere uniti per non farci sopraffare dal demonio, ma combatterlo con il bene, lavorando insieme per costruire una società più giusta, libera e sicura, basata sull'amore, la giustizia, la verità e il servizio, per le generazioni che verranno". 

 

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