18/11/2005, 00.00
Cina - Vaticano - Taiwan
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Card. Tauran a Taipei: non si prevede nessuna rottura diplomatica

La visita del porporato nell'isola, ha fatto nascere speculazioni che il Vaticano stia per abbandonare i rapporti con Taiwan per aprire quelli con Pechino. Dal Vaticano ad AsiaNews: "Non vi è nessun segno di novità".

Hong Kong (AsiaNews) – L'imminente visita del card. Jean-Louis Tauran a Taiwan ha creato aspettative e voci che il Vaticano stia per rompere le relazioni diplomatiche con l'isola e riprendere i rapporti con Pechino. Ma non vi è alcuna conferma dal Vaticano.

Il card. Tauran arriverà a Taipei il 25 novembre e incontrerà il presidente Chen Shuibian. La visita dell'ex "ministro degli esteri" vaticano durerà una settimana. Chen consegnerà al card. Tauran una medaglia di riconoscimento per il lavoro svolto dal porporato a favore dei rapporti Taiwan – Vaticano. Il Cardinale incontrerà anche personalità della cultura e della scuola.

Una visita di così alto livello ha fatto nascere speculazioni che la presenza del card. Tauran prepari il terreno alla rottura dei rapporti diplomatici con Taiwan e l'apertura dei rapporti con la Cina popolare. Il South China Morning Post ha dedicato all'illazione la prima pagina della sua edizione di oggi.

Le avventate supposizioni sono state smentite da un portavoce del governo di Taipei. Personalità vicine al Vaticano hanno detto ad AsiaNews che "non vi è alcun segno di novità" nel rapporto fra Cina e Vaticano. Un sacerdote di Hong Kong ha dichiarato che i timidi passi di apertura fatti da Pechino dopo la morte di Giovanni Paolo II sono stati "traditi" con i recenti arresti di sacerdoti e vescovi.

All'indomani dei funerali di papa Wojtyla, personalità del governo cinese avevano fatto intendere che Pechino fosse pronta ad iniziare i colloqui per i rapporti diplomatici. Come segno di novità il governo cinese aveva promesso di inviare alcuni vescovi a Roma, per partecipare al Sinodo sull'Eucaristia e chiesto alle suore di Madre Teresa di aprire una casa per gli anziani a Qingdao. Nessuno di questi segnali è stato confermato: i dialoghi non sono iniziati; i vescovi non hanno ricevuto il permesso di visitare Roma; le suore attendono ancora il permesso definitivo per entrare in Cina.

La Cina continua a ripetere il ritornello che prima di iniziare i rapporti diplomatici, è necessario che il Vaticano rompa i legami con Taiwan. Il mese scorso il card. Angelo Sodano aveva espresso con chiarezza che il Vaticano era pronto a riportare la nunziatura di Taipei a Pechino. Ma egli aveva anche sottolineato che Pechino doveva essere pronta a garantire piena libertà religiosa ai cattolici, comprese le nomine dei vescovi e la messa da parte dell'Associazione patriottica, l'organo di controllo della Chiesa. Varie personalità ecclesiali hanno fatto notare che Pechino non può chiedere la rottura con Taiwan come condizione previa ai rapporti diplomatici. Nel caso di Sudafrica, Corea del Sud e Stati Uniti Pechino ha prima stabilito rapporti diplomatici e poi ha ottenuto la rottura con Taiwan.

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