18/04/2013, 00.00
VIETNAM
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Cattolici vietnamiti pregano la Madonna per la liberazione degli attivisti del Vien Tan

di Nguyen Hung
Il 24 aprile si apre il processo di appello per i 14 giovani, condannati con pene variabili per “terrorismo”. Almeno 29mila persone hanno firmato un appello per il proscioglimento dei “giovani patrioti”. Tra questi vi sono vescovi, sacerdoti e monaci buddisti. Il gruppo sempre più “icona” della lotta “non violenta” contro la corruzione.

Hanoi (AsiaNews) - Con speciali preghiere alla Madonna, nella giornata dedicata ogni mese alla Vergine, i cattolici vietnamiti seguiranno il processo di appello dei 14 attivisti cristiani - 13 cattolici e un protestante - in calendario il prossimo 24 aprile. L'inizio dell'udienza presso la corte della provincia di Nghe An, nel nord, è fissato per le 7.30 del mattino e l'intera comunità è già in fermento per la sorte del gruppo di giovani. Nelle scorse settimane parenti e amici hanno lanciato una raccolta firme per la loro liberazione. Essi sono finiti in carcere con condanne che variano dai 13 ai tre anni di prigione, cui si sommano arresti domiciliari e libertà vigilata, per generiche accuse di "terrorismo" e propaganda contro lo Stato e il governo comunista, in violazione all'articolo 79 del Codice penale.

Gli attivisti sono finiti alla sbarra perché parte di un movimento detto Viet Tan, gruppo non violento che sostiene la democrazia e ha legami con gli Stati Uniti, che le autorità considerano "terrorista". Secondo testimoni del processo, gli imputati hanno spesso rivendicato che il loro impegno era solo un aiuto alla popolazione, diffondendo notizie e critiche sulla corruzione dei membri del partito e del governo e sul loro arricchirsi durante la crisi finanziaria.

Nelle scorse settimane essi avrebbero subito abusi e maltrattamenti in prigione; le autorità carcerarie avrebbero inoltre negato medicine e altri generi di prima necessità, oltre che vietare la lettura di giornali, libri e materiale per la scrittura. 

La condanna degli attivisti ha destato sdegno fra i cattolici del Vietnam e della diaspora, che hanno bollato come "barbara" e iniqua la sentenza comminata dai giudici in nome e per conto delle autorità comuniste. Ad oggi quasi 29mila persone - fra cui alcuni vescovi - hanno firmato la "dichiarazione di intenti" che chiede al governo di restituire la libertà ai "giovani patrioti". Assieme ai prelati, vi sono anche le firme di autorevoli personalità del buddismo locale e numerosi sacerdoti.

Il gruppo è ormai un'icona della "lotta coraggiosa" e "non violenta" contro gli abusi e la corruzione che alberga nel partito. Per promuovere la loro battaglia pacifica essi hanno promosso attività sociali e campagne di sensibilizzazione in chiave nazionalista, fra cui una presa di posizione netta contro "l'imperialismo" di Pechino nel mar Cinese meridionale.

Il 24 di ogni mese i cattolici del Vietnam pregano la Vergine Maria; questo mese le intenzioni saranno tutte rivolte alla liberazione degli attivisti. Intanto le preghiere delle famiglie dei giovani cattolici hanno avuto una vasta eco in tutto il mondo, sebbene le autorità provinciali di Nghe An continuino con la politica del pugno di ferro "condannando persone innocenti con la sola colpa di avere a cuore le sorti della nazione". 

 

 

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