23/07/2014, 00.00
CINA - COREA
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Cina, arrestati 29 esuli dalla Corea del Nord: se rimpatriati, rischiano la vita

di Joseph Yun Li-sun
Gli arresti sono avvenuti fra Qingdao e Kunming: insieme a loro, anche 5 fra cinesi e coreani che cercavano di aiutarli sulla rotta per il Sud-Est asiatico. Il governo di Pechino deciso a rimandarli in patria, dove l'alternativa è il lager o l'esecuzione. Seoul "al lavoro" per ottenere il rilascio, esperti scettici: "La Cina non vuole esuli dal Nord, teme l'impatto economico".

Pechino (AsiaNews) - Il governo cinese ha arrestato 29 esuli dalla Corea del Nord e 5 fra cinesi e sudcoreani che li stavano aiutando a fuggire. Gli arresti sono avvenuti fra il 15 e il 17 luglio a Qingdao (nella provincia dello Shandong) e a Kunming (nello Yunnan): entrambe le città sono sulla "rotta" dei profughi dalla Corea del Nord che vogliono cercare rifugio nel Sud-Est asiatico. Ora Pechino deve deciderli se rimpatriarli: in questo caso, dopo l'arresto rischiano il lager e persino una condanna a morte per tradimento.

Kwon Na-hyun, attivista sudcoreano che opera per i diritti dei rifugiati del Nord, conferma l'arresto e spiega che 20 esuli sono stati arrestati a Qingdao, mentre gli altri 9 a Kunming: "Sarebbe stato troppo pericoloso viaggiare tutti insieme, per questo si erano divisi. Fra coloro che li aiutavano e che ora sono in carcere c'è Na Su-hyun, anche lui un tempo esule nordcoreano e oggi cittadino del Sud a tutti gli effetti". Al momento il gruppo si trova in un carcere nella città di Tumen, al confine fra Cina e Corea del Nord.

Il governo di Seoul sostiene di essere al lavoro per ottenere il rilascio di tutti gli arrestati, ma alcune fonti spiegano che le autorità cinesi procederanno al rimpatrio perché vogliono evitare un flusso di rifugiati - poveri e incapaci di parlare la lingua - dalla Corea del Nord. Inoltre, la politica ufficiale di Pechino è quella di rimandare sempre indietro i cittadini del regime di Pyongyang. Da parte sua, il governo dei Kim tratta gli esuli come traditori e - se non si tratta di figure di spicco - il più delle volte li condanna a morte in pubblico come "esempio" per il resto della popolazione.

Yoon Yeo-sang, del Centro per i diritti umani della Corea del Nord, spiega: "Nonostante oggi le relazioni fra Pechino e Seoul siano migliori, mentre peggiorano quelle con Pyongyang, la Cina non ha mai smesso di rimpatriare i nordcoreani e non smetterà di farlo: teme troppo il peso economico di un possibile esodo di massa".

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