Cina, polizia libera un gruppo di migranti "trattati peggio degli schiavi"
Erano costretti a lavorare per più di 18 ore al giorno senza paga. La notte venivano chiusi dentro una fornace per non farli scappare.
Yuncheng (AsiaNews) La polizia dello Shanxi ha liberato dalla schiavitù un gruppo di lavoratori migranti costretti con la forza a lavorare in una fornace per mattoni di Yuncheng. Gli agenti hanno confermato che all'interno della fornace vi erano almeno 30 persone, che sono state costrette a lavorare per oltre 18 ore al giorno per due mesi di fila senza paga: l'unico compenso era una tazza di cavoli bolliti a fine turno.
Secondo lo Shanxi Evening News, che ha riportato per primo la notizia, un ragazzo è riuscito a liberarsi dai controlli degli schiavisti ed ha avvertito la polizia del distretto di Yanhu. Appena hanno visto gli agenti sono entrare nella fornace secondo la testimonianza di un poliziotto i migranti hanno iniziato a "piangere silenziosamente per la paura: erano in condizioni peggiori di quelle di uno schiavo".
Secondo il rapporto ufficiale, i lavoratori dai 15 ai 60 anni di età, uomini e donne - provenivano dalla provincia sud-occidentale del Sichuan: per non farli scappare, i proprietari della fornace li chiudevano dentro la notte. Confermati anche "continui maltrattamenti fisici e verbali": uno dei migranti è ricoverato in ospedale perché, per aver cercato di scappare, gli è stato rotto un braccio.
In Cina vi sono circa 150 milioni di lavoratori migranti, che a causa della povertà estrema delle zone rurali si spostano nei centri urbani per lavorare. Vengono costretti a prestare la loro opera a salari bassissimi, anche per gli standard cinesi, e con orari disumani: sono diventati la principale forza di lavoro nei settori delle costruzioni e della manifattura.
07/02/2015