06/06/2006, 00.00
CINA
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Cina: detenuto da 21 mesi senza avere incontrato un giudice

E' il giornalista Zhao Yan, accusato di avere rivelato a un giornale estero "segreti di Stato". Forse inizia l'8 giugno il processo, in cui rischia una pena minima di 10 anni. Questa accusa è spesso usata per colpire ogni tipo di dissidenti.

Pechino (AsiaNews/Hrw) - Inizierà forse l'8 giugno il processo contro Zhao Yan, giornalista accusato di rivelazione all'estero di segreti di Stato. L'organizzazione per la tutela dei diritti Human Rights Watch (Hrw) denuncia che è in pratica impossibile difendersi da questa accusa, usata per colpire i dissidenti, e lancia un appello al Governo cinese per  una giustizia pubblica ed equa.

Zhao è detenuto dal 17 settembre 2004 per un articolo pubblicato su un quotidiano di New York che prevedeva le dimissioni dell'ex presidente Jiang Zemin da capo della Commissione militare centrale del Partito comunista, aprendo la via alla piena presa di potere del presidente Hu Jintao.

Zhao nega ogni accusa e anche il quotidiano smentisce il fatto, ma in 21 mesi non ha mai incontrato un giudice. Poco prima della visita del presidente Hu a Washington in aprile, il pubblico ministero ha fatto cadere le imputazioni, ma dopo due mesi sostiene identiche accuse. Il suo avvocato, Mo Shaoping, denuncia il tempo trascorso e numerose irregolarità procedurali.

La rivelazione all'estero di segreti di Stato prevede la condanna da 10 anni di carcere alla pena capitale. Negli anni precedenti Zhao aveva denunciato fatti di malgoverno, come la vicenda del sindaco di Tangshan che si era appropriato degli indennizzi destinati a migliaia di contadini espropriati e fatti traslocare per la costruzione di una diga nell'Hebei.

"Nel caso di Zhao – spiega Sophie Richardson, vice direttore di Hrw per l'Asia – ci sono molte violazioni di un equo processo e temiamo che sia vittima di ragioni politiche. I suoi diritti sono stati talmente violati da renderlo una parodia di  processo".  

La legge cinese per la tutela del segreto di Stato può essere applicata praticamente a qualsiasi materia e prevede drastiche limitazioni ai diritti dell'accusato. Tutti gli incontri con l'avvocato devono essere approvati dalle autorità che indagano e la difesa non ha diritto di conoscere le prove dell'accusa. Il processo può avvenire a porte chiuse. L'Ufficio per i segreti di Stato ha un'autorità assoluta per definire cosa lo sia ed è in pratica impossibile confutarne le decisioni. Hrw accusa la Cina di avere utilizzato il segreto di Stato per colpire azioni non considerate criminali in nessun altro Stato. Così è stato per Zheng Enchong, avvocato di Shanghai che si è battuto contro gli sfratti coatti dei residenti della città, condannato a tre anni di carcere per avere divulgato all'estero un dispaccio interno della agenzia di stampa Xinhua sulle proteste dei lavoratori. Lo stesso è accaduto nell'aprile del 2005 a Shi Tao, giornalista di Changsha,  condannato a 10 anni per avere comunicato a siti web esteri istruzioni inviate dal Governo cinese ai media su come comportarsi per il 15° anniversario del massacro di piazza Tiananmen. Sempre lo stesso "crimine" ha portato in carcere i leader religiosi Liu Fenggang, Xu Yonghai e Zhang Shengqi, condannati nel 2004 per violazione del segreto di Stato, per avere documentato la distruzione di chiese "domestiche" nello Zhejiang.

Il segreto di Stato è anche usato per coprire i grandi disastri nelle fabbriche o l'epidemia di SARS del 2004. Solo dal 2005 è stato deciso che i disastri naturali non ci rientrano.

"Il segreto di Stato – commenta la Richardson – è l'arma per processare persone come Zhao Yan che l'autorità cinese vuole ridurre al silenzio. Finché l'Ufficio per la sicurezza statale non spiega quale sia il 'segreto di Stato' [violato] e Zhao non ha la possibilità di confutarlo, il processo sarà poco più di una farsa". (PB)

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