17/03/2004, 00.00
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Clima elettorale fra voci di guerra e voci di pace

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Le prossime elezioni presidenziali a Taiwan sollevano accesi dibattiti sullo stato delle relazioni Cina – Taiwan. In Cina, a causa del referendum indetto dal presidente taiwanese in carica Chen Shuibian, si accusa l'isola di voler dichiarare l'indipendenza.

Il 20 marzo, oltre alle elezioni, i taiwanesi dovranno esprimere con un referendum se il paese deve acquistare migliori difese anti-missile, nel caso in cui la Cina si rifiuti di ritirare i razzi puntati sull'isola, e se avviare un dialogo con Pechino per creare condizioni di pace e stabilità.

Attualmente, Pechino ha circa 500 missili puntati contro Taiwan e nelle basi lungo la costa sud-orientale se ne aggiungono circa 75 ogni anno.

Pechino considera Taiwan "un'isola ribelle", appartenente alla Repubblica Popolare. Dal punto di vista internazionale Taiwan no ha seggio all'ONU, ma è riconosciuta da 27 paesi. A Taiwan, in questi anni, differenze politiche, sociali ed economiche sempre più marcate fra l'isola e la madrepatria (democrazia, libertà di espressione, multipartito, ecc.) hanno fatto emergere fra i taiwanesi una mentalità sempre più indipendente, che ha portato nel 2000 alla vittoria di Chen Shuibian e del DPP (Partito Progressista Democratico) e alla sconfitta del Kuomintang (KMT). Alle minacce di indipendenza corrispondono minacce da parte della Cina di invadere Taiwan.

Il periodo pre-elettorale è un pendolo continuo fra le due posizioni estreme.

Chiou I-jen, segretario della presidenza a Taipei, ha detto che se Chen Shuibian sarà rieletto, "formerà subito una taskforce per stabilire pace e stabilità nello stretto". Chen non accetterà il principio cinese di "una Cina", ma non cambierà lo status quo dell'isola, anche se "farà del suo meglio per costruire un'identità taiwanese e l'identità dello stato". Il presidente è pronto a ripristinare contatti con Pechino, in primo luogo collegamenti diretti nei trasporti aerei e marittimi.

Da parte sua, Wen Jiabao, Primo Ministro cinese alla chiusura dell'Assemblea Nazionale del Popolo (ANP), ha detto che la Cina non permetterà mai a nessuno di separare Taiwan dalla madrepatria e s'impegnerà a una riunificazione pacifica con sincerità e impegno. Egli ha affermato che il referendum minaccia la stabilità dello stretto e sfida il principio di "una Cina" universalmente riconosciuto. Il Primo ministro ha assicurato gli sforzi della Cina per creare servizi postali e commerciali, collegamenti aerei e marittimi, scambi economici, culturali e  delle persone con Taiwan, e anche a favore del dialogo e delle negoziazioni.

Toni più duri si registrano negli ambienti militari. Il 4 marzo, all'apertura della sessione annuale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CPPCC), alcuni funzionari hanno minacciato l'uso della forza contro Taiwan. Shao Hua, generale maggiore e nuora di Mao Zedong, ha dichiarato: "non ho intenzione di dire cosa accadrebbe se Taiwan diventa indipendente….Noi non rinunceremo mai all'opzione militare". Intanto, ieri 16 marzo, Cina e Francia hanno condotto insieme esercitazioni militari nel Mar Giallo, a largo del porto di Qingdao, 1250 km a nord di Taiwan. Analisti lo considerano un tentativo di intimidire gli elettori di Taiwan.

Ma in generale i toni sono molto più dimessi.

Lo scorso 6 marzo Li Ganliu, vice-presidente del Comitato Rivoluzionario del KMT Cinese (l'ala del KMT rimasta in Cina dopo la fuga di Chiang Kai-shek a Taiwan), ha detto che la Cina è disposta a collaborare con chiunque vincerà le elezioni e a dare un'altra opportunità a Chen Shui-bian, se verrà rieletto. Anche perché "la politica di Chen e di Lien [l'avversario del KMT – ndr] verso la Cina è la stessa". "Crediamo che la riunificazione tra Taiwan e la Cina avverrà prima o poi. Tra ora e quel momento…non importa chi è in carica". Li Ganliu sostiene che "la crisi attuale nelle questioni dello stretto è il risultato della mancanza di comunicazione e fiducia. Noi in Cina non vogliamo cambiare Taiwan. Neanche noi possiamo cambiare per diventare politicamente come Taiwan. La soluzione è 'un paese, due sistemi' e il rispetto reciproco".

Anche tra la gente comune, la questione Taiwan è oggetto di accesi dibattiti soprattutto nei siti internet, dove spesso appaiono minacce. Un messaggio di pace e speranza viene invece da alcuni giovani cinesi dell'Alleanza Patriottica, che hanno inserito nel proprio sito internet un video di musica rap di 5 minuti intitolato "Taiwan, mio fratello". Nel video, si invitano cinesi e taiwanesi a rinunciare alla violenza  e a discutere di una riunificazione pacifica. Chen Shui-bian è descritto come un cospiratore del male che tenta di impedire la riunificazione dei "fratelli". Secondo il webmaster, Lu Yunfei 28 anni, "in passato, la Cina spesso era rappresentata come la madre e Taiwan il figlio. Noi vogliamo cambiare questa immagine e assegnarci il ruolo di fratelli, che sono su un piano di parità e possono risolvere i problemi con una discussione pacifica". Liu Sanzan, 30 anni, compositore della canzone, ha detto che il video è stata "un'iniziativa spontanea. La questione di Taiwan riguarda ogni cinese. Non è stato il governo a dirci di farlo. Non stiamo cercando di influenzare le elezioni. Vogliamo solo esprimere ciò in cui davvero crediamo e speriamo".  (MR)

 

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