02/09/2008, 00.00
ISLAM
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Comincia il Ramadan, digiuno e festa tra timori di inflazione e di attentati

Tra annunci di tregua e di sospensione della trasmissione dei video musicali, il mese sacro è prima di tutto un tempo di conversione, quindi di preghiera e digiuno, ma nel variegato mondo musulmano crea preoccupazione soprattutto l’aumento dei prezzi.
Beirut (AsiaNews) – In Pakistan e Filippine è stata annunciata la sospensione delle attività militari, in Bahrein il divieto di accattonaggio, la rete televisiva Mtv Arabia che al posto dei video musicali trasmetterà documentari. Ovunque l’inizio del Ramadan, nono e sacro mese del calendario islamico. è accompagnato dalla preoccupazione per l’aumento dei prezzi che rende più difficile gli acquisti, tipici di questo periodo di festa.
 
Con oggi tutto il mondo islamico è entrato nel Ramadan: le autorità religiose dei singoli Paesi hanno annunciato di aver visto in cielo la luna nuova che segna l'inizio del mese lunare. Per molti era cominciato ieri: proprio la necessità di vedere la luna nuova fa infatti sì che il mese sacro cominci nei diversi Paesi in giorni differenti. Durante questo periodo di festa – Istanbul annuncia esibizioni di danze folcloristiche, poeti e musicisti e lo stesso fanno molti altri Paesi - sono obbligatori il digiuno stretto – cibo e acqua – dall’alba al tramonto, ci si deve astenere da rapporti sessuali e si deve dedicare maggiore attenzione alla preghiera. E se nella sedicente laica Turchia Ali Bardakoglu, capo del Dipartimento per gli affari religiosi definisce “malvagio” il comportamento di chi “fa pressioni perché si osservi il digiuno”, in Arabia Saudita il divieto di bere, mangiare e fumare in pubblica è assoluto, anche per i non musulmani. I lavoratori stranieri che lo violano rischiano l’espulsione.
 
Divieti a parte, l’inflazione è dunque preoccupazione comune. La ricca Arabia Saudita ha appena reso noto che il tasso annuale è salito all’11,1 per cento, con i prezzi degli alimenti che a luglio hanno segnato aumenti del 16%. In Indonesia, il più popoloso Paese musulmano del mondo, le famiglie andate a fare le scorte alimentari per il mese hanno trovato i prezzi di beni essenziali, come uova, carne e olio, aumentati del 25% in una settimana. In alcune zone dell’Afghanistan, in un anno i prezzi dei cereali sono raddoppiati. Alcuni governi, come quello pachistano e quelli del Golfo Persico, hanno annunciato piani di aiuto per le famiglie bisognose, ma i giornali del mondo musulmano sono pieni di storie di persone in difficoltà. Come il tassista afghano Khurshal, 25 anni, che guadagna 150 dollari al mese e dice che per affrontare le spese di questo mese sarà costretto a chiedere un prestito.
 
In alcuni Paesi le preoccupazioni sono ben diverse. Nelle città del Pakistan, all’ingresso delle moschee, in questo periodo particolarmente affollate, sono dispiegati migliaia di soldati, con metal detector, per prevenire possibili attentati da parte dei talebani, che attraverso Muslim Khan, un loro portavoce, hanno detto che non osserveranno la tregua annunciata dall’esercito. Preoccupazioni analoghe in Afghanistan, Algeria ed in Iraq, dove il mese sacro è stato spesso funestato da attentati particolarmente sanguinosi.
 
Ciò malgrado, il Ramadan resto un periodo di festa e di preghiera, come spesso evidenziano i messaggi che i governanti pubblicano per questo periodo. In quello del re saudita Abdullah, si legge tra l’altro: “Lavoriamo per realizzare un vero dialogo tra i musulmani e le altre culture in modo da rendere sacri i concetti di pace e di umanità”. (PD)
 
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