30/05/2016, 13.36
PAKISTAN
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Commissione diritti umani: Ferma condanna della legge su percosse “lievi” per le donne

di Shafique Khokhar

La proposta di legge è stata avanzata dal Consiglio per l’ideologia islamica. Prevede punizioni per le donne che disobbediscono ai mariti. L’organo di esperti si oppone alla Legge sulla protezione delle donne del Punjab, che punisce una lunga serie di offese contro le donne. Studioso islamico: “Sappiamo che anche in passato le donne venivano rapite e usate come schiave del sesso. È quello che accade oggi con i talebani e l’Isis”.

Lahore (AsiaNews) – La Commissione per i diritti umani del Pakistan (Hrcp) condanna senza mezzi termini la proposta di legge del Consiglio per l’ideologia islamica, che ha suggerito una norma che legalizza le “percosse lievi” per le mogli disobbedienti. La proposta dell’organo islamico risale alla settimana scorsa e ha scatenato accese proteste, persino sui social media che di solito rimangono silenti di fronte alla tematica delle donne. Mehboob Ahmad, attivista dell’Hrcp, afferma ad AsiaNews: “La religione islamica non ha mai permesso di picchiare le donne. La religione condanna le punizioni corporali. La previsione secondo cui [il Corano] consentirebbe di colpire una donna, è solo un’interpretazione autonoma del Consiglio. Questo tipo di interpretazioni è contro l’umanità. Uomini e donne sono titolari di uguali diritti; discriminare le donne porterà peggiori conseguenze”.

L’attivista continua: “In base alla Costituzione del Pakistan, il Consiglio per l’ideologia islamica non ha alcun diritto di proporre leggi, compito che spetta solo al Parlamento. Il consiglio può solo formulare suggerimenti, non norme”.

La diatriba è nata quando la scorsa settimana l’organo consultivo islamico, creato nel 1962 per controllare la legittimità delle leggi statali con i dettami dell’islam (sharia), ha proposto l’approvazione di una nuova legge in materia di donne in Punjab. L’iniziativa fa da diretto contraltare al Punjab Protection of Women Against Violence Bill, approvato lo scorso febbraio, che considera violenza contro le donne “tutte quelle offese compiute contro una donna, comprese la violenza domestica, maltrattamento emotivo, stalking o crimine informatico”.

Il consiglio di esperti invece ha proposto: “Un marito dovrebbe avere il permesso di percuotere lievemente la propria moglie se lei sfida i suoi comandi e rifiuta di vestirsi secondo i suoi desideri; respinge la richiesta di rapporti sessuali senza alcuna giustificazione religiosa o non fa il bagno dopo un rapporto sessuale o nel periodo mestruale”.

Gli attivisti della Hrcm hanno bollato la proposta come “ridicola” e hanno chiesto che venga sciolto il consiglio composto da “fanatici”. Zohra Yusuf, presidente dell’organizzazione, ha detto: “È difficile comprendere come qualsiasi persona sana di mente possa incitare o giustificare ulteriori inviti alla violenza contro le donne in Pakistan”.

Wajahat Masood, noto analista, commenta: “La questione è se un cittadino abbia il diritto di commettere violenza contro un altro cittadino”. Humza Arshad, studioso ed educatore, aggiunge: “In ogni epoca le donne sono state maltrattate, vittime di tortura fisica, emotiva e psicologia. È davvero scioccante che un istituto religioso alimenti l’approccio maschilista e misogino e lo copra sotto il manto della religione. Per ironia della sorte, si dice che l’islam sia il ‘santo patrono’ dei diritti delle donne e il pioniere del loro benessere. Ma non ci sorprende come esse siano trattate da fazioni di estremisti religiosi come i talebani, al-Qaeda o Isis”. Sappiamo infatti, conclude, “che anche in passato le donne venivano rapite e usate come schiave del sesso dalle armate arabe che invasero il Medio Oriente, l’Africa e parte dell’Asia e dell’Europa. Era uno dei maggiori motivi di quella che è stata chiamata ‘guerra santa’, oltre alle ragioni economiche”.

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