15/03/2005, 00.00
CINA
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Conclusa l'Assemblea Nazionale del Popolo

Pechino (AsiaNews) – L'impressione al termine dell'Assemblea nazionale del Popolo è che i problemi e le contraddizioni della Cina siano così grandi che la leadership non riesce ad affrontarli. Di fronte alle enormi piaghe del Paese – disoccupazione, povertà, corruzione, mancanza di fonti energetiche - si propongono al massimo dei piccoli correttivi e siccome le contraddizioni rimangono, si rafforza l'esercito per garantire la stabilità.

"È solo un enorme, inutile teatro": è quanto ha detto ad AsiaNews un giovane cinese a proposito dell'Assemblea nazionale del Popolo (Anp) conclusasi ieri. "La gente qui in Cina – continua il giovane - soffre di tanti problemi, ma sa che le soluzioni non vengono dai politici".

Da un parlamento che si incontra una volta all'anno e che vota secondo gli ordini del partito comunista, non c'è da aspettarsi molto. Il governo ha promesso che manterrà la crescita all'8% per garantire almeno la nascita di 9 milioni di nuovi posti di lavoro. Ma nella Cina attuale i disoccupati sono decine di milioni. Nello stesso tempo, come ha spiegato il premier Wen Jiabao, la crescita non può essere superiore perché si rischia l'inflazione e – soprattutto – lo sfacelo delle banche, già esposte nel dare prestiti a nuove imprese. Più in profondità, Wen ha confessato che "se l'economia cresce troppo velocemente, ciò porterà a una tensione non sostenibile".

Nella sua relazione, Wen Jiabao ha riconosciuto che la Cina soffre di "eclatanti" tensioni sociali. Per ridurle ha deciso di dare 66,4 miliardi di yuan in sussidi all'agricoltura e cancellare le tasse ai contadini. La decisione di eliminare le tasse arriva due anni prima della scadenza fissata alla scorsa Anp, ma prevede l'attuazione da qui ad un anno. Ciò significa che ancora per un anno i contadini – 900 milioni di persone – vivranno con un misero reddito di 2936 yuan (meno di un euro al giorno, vicino alla soglia della povertà anche ai livelli cinesi).

Wen ha promesso aiuti per l'educazione, la sanità, i sistemi di irrigazione, ma sempre in modo vago. Intanto l'instabilità delle campagne cresce e per controllarle non c'è che la via militare. Come ogni anno, il bilancio delle spese militari è stato aumentato del 12,6%, arrivando a 247,7 miliardi di yuan. Secondo diversi analisti, anche la legge anti-secessione, che minaccia l'uso della forza contro Taiwan, è più un messaggio interno per accontentare l'esercito e frenare le spinte autonomiste del Xinjiang e del Tibet. Ne è prova la contraddittorietà dei commenti alla legge fatti dalla leadership. Mentre Hu Jintao ha chiamato l'esercito a "prepararsi a possibili lotte militari", a "prevenire le guerre, ma a vincerle, se succedono", Wen Jiabao, sempre fedele alla sua immagine di "uomo vicino al popolo", ha detto che la legge serve solo "a promuovere la pace".

Dal punto di vista internazionale, questa Anp vede crescere l'attrito verso Stati Uniti e Giappone, che sostengono i rapporti pacifici con Taiwan, e un avvicinamento con la Russia. Ma forse in tutto ciò Taiwan è solo lo spunto e questa riformulazione delle alleanze è più dovuta a questioni di energia e di macroeconomia. Su una possibile rivalutazione dello yuan – richiesta da molti partner internazionali della Cina – Wen ha detto che il suo governo sta pensando a "un piano per riformare il sistema dei cambi". Attualmente lo yuan è legato con cambio fisso (1:8) al dollaro Usa. Alla conferenza stampa tenuta alla fine dell'Assemblea, Wen ha promesso che vi saranno "sorprese inaspettate".

Alla fine, pur con il momento di grande entusiasmo nazionalista per il voto sulla legge anti-secessione, l'esperienza più comune di questa Assemblea nazionale del popolo è stata la noia. I reporter stranieri si sono divertiti a fotografare tutti i big della politica cinese mentre sbadigliavano: lo ha fatto il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao. Altri gruppi di politici sono stati addirittura fotografati mentre dormono il sonno dei giusti.

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