05/09/2016, 08.57
SIRIA - USA - RUSSIA
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Conflitto siriano: Niente accordo fra Washington e Mosca per il cessate il fuoco

Nulla di fatto nei negoziati fra le due superpotenze. Sul terreno si continua a combattere e a morire. Restano distanti le posizioni sul futuro del presidente siriano Assad e sulle milizie ribelli. Il prossimo round di colloqui in programma il 18 settembre, a margine dell’Assemblea generale Onu. 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Ancora un nulla di fatto nei negoziati fra Stati Uniti e Russia per un cessate il fuoco in Siria, dove si continua a combattere e morire. Restano distanti le posizioni e contrapposti gli interessi fra i due fronti, con reciproci scambi di accuse per il fallimento delle trattative.

Il nuovo - inutile - round di colloqui fra il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri russi Sergei Lavrov si è svolto questa mattina a margine del G20 ad Hangzhou, in Cina. 

Ieri Washington aveva puntato il dito contro Mosca, imputando alla controparte di “aver fatto marcia indietro” su alcuni punti oggetto dei negoziati. Un cambiamento che ha reso, di fatto, impossibile nell’immediato un accordo sulla cooperazione fra le due grandi potenze. 

Oggetto della discordia fra Stati Uniti e Russia, entrambe impegnate in una campagna aerea militare in Siria contro gruppi jihadisti, la sorte del presidente siriano Bashar al-Assad. Intanto l’aviazione del governo di Damasco continua a bombardare obiettivi dell’opposizione - definita “moderata” da Usa e Occidente, sebbene al suo interno vi siano gruppi estremisti islamici - con il sostegno russo. Anche quest’ultimo punto è fonte di controversia fra la Casa Bianca e il Cremlino. 

Il presidente statunitense Barack Obama e l’omologo russo Vladimir Putin avrebbero dovuto incontrarsi nella giornata di oggi; tuttavia, fonti diplomatiche riferiscono che sarà “molto difficile” che le due parti possano raggiungere un accordo. 

Del resto la Casa Bianca vuole evitare che il presidente Obama possa firmare un accordo che poi non verrà rispettato dalle parti in lotta. In passato è già successo che tregue raggiunte a livello di diplomazia internazionale siano poi fallite in breve tempo sul terreno. 

Fin dall’inizio la diplomazia americana si è accostata alle trattative con la Russia “con un certo scetticismo” di fondo, anche se “si è voluto fare lo stesso un tentativo”. Inoltre, gli Stati Uniti non vogliono offrire a Putin una legittimazione internazionale per il suo sostegno ad Assad. 

Dal canto suo la Russia insiste che non è possibile raggiungere un accordo sino a che i guerriglieri filo-estremisti islamici dell’opposizione, sostenuti da Washington e altri alleati in Medio oriente (leggi sauditi, Qatar e Turchia su tutti), non verranno equiparati alle milizie di al Qaeda. 

Il nuovo round di colloqui fra Stati Uniti e Russia è in programma - sebbene non vi sia ancora l’ufficialità - per il prossimo 18 settembre a New York, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. 

Il conflitto siriano, divampato nel marzo 2011 come rivolta civile contro il presidente Bashar al-Assad, ha causato almeno 289mila morti e originato una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di profughi.

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