10/02/2022, 11.05
INDONESIA
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Giava centrale, arresti alle proteste per la diga di Bener

di Mathias Hariyadi

Nel distretto di Purworejo è alta la tensione su un progetto strategico per il governo indonesiano, ma avversato dalle popolazioni del villaggio di Wadas che perderanno le terre che coltivano da sempre. Le ong locali: offerti indennizzi, ma nessuno ha ancora spiegato dove potranno stabilirsi una volta che saranno stati sfrattati.

Jakarta (AsiaNews) - Nel distretto di Purworejo, nella provincia di Giava centrale, sono state represse con la forza le manifestazioni delle comunità locali che si oppongono alla costruzione della diga di Bener, un mega-progetto del governo indonesiano. La tensione è esplosa quando l’8 febbraio una squadra di tecnici - scortata da un massiccio dispiegamento di poliziotti e military - è arrivata nell’area del villaggio di Wadas per compiere delle misurazioni in vista dell’apertura di una cava di andesite, legata ai lavori per la costruzione della diga. Alle proteste degli abitanti le forze di sicurezza hanno risposto con l’arresto di almeno 60 adulti e 4 minori. Solo dopo che questa azione è diventata un caso nazionale, le persone fermate sono state rimandate a casa con le scuse del capo della polizia e del governatore di java centrale per l’uso eccessivo della forza.

Quello della diga di Bener è un progetto che divide la comunità locale. Annunciato nel 2018, nelle intenzioni del minister dei Lavori pubblici indonesiano entro il 2023 dovrebbe permettere di irrigare oltre 15mila ettari di risaie, migliorare le furniture d’acqua soprattutto nell’area del nuovo aeroporto internazionale di Yogyakarta, diventare una fonte di energia idroelettrica e ridurre il rischio di inondazioni che spesso colpiscono i distretti di Purworejo e Kulon Progo.

Dall’altra parte, però, c’è l’impatto su un’area a vocazione agricola, che per la sola cava vedrà requisire oltre 150 ettari di terreno a danno dei circa 1800 abitanti del villaggio di Wadas. Diverse ong locali e organizzazioni per i diritti umani sono schierate con i residenti: sostengono che non sia stata data loro possibilità di scelta e, pur essendo stato garantito loro un indennizzo, non hanno idea di dove potranno stabilirsi quando avranno perso le terre che attualmente sono la loro unica fonte di sostentamento. Inoltre esprimono preoccupazione sulla sorte di 28 sorgenti d’acqua che si trovano nell’area che verrebbe trasformata in una cava.

Nonostante le proteste le autorità pubbliche hanno espresso l’intenzione di andare avanti con il progetto. Anche se - nel tentativo di allentare la tensione – il governatore della provincia di Giava centrale ha assicurato che saranno tenuti nella debita considerazione I pronunciamenti legali sul progetto.

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