12/10/2011, 00.00
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Gli Usa accusano l’Iran di un complotto per uccidere l’ambasciatore saudita

Un cittadino con doppio passaporto, naturalizzato americano, Manssor Arbabsiar, è stato arrestato il 29 settembre. Il Procuratore generale Eric Holder: “Il complotto è stato concepito, sponsorizzato e diretto dall’Iran e costituisce una violazione flagrante delle leggi statunitensi e internazionali”. Per l’Iran si tratta di “una campagna propagandistica”. L’Arabia saudita tace.
Washington (AsiaNews/Agenzie) – Due cittadini iraniani sono accusati di cospirazione in quello che funzionari americani affermano sia un piano concepito e diretto dalle Guardie della Rivoluzione iraniane (Pasdaran) per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington. I due accusati sono Manssor Arbabsiar, 56 anni, naturalizzato come cittadino Usa, e fornito di doppio passaporto (nella foto), e Gholam Shakuri, residente in Iran e presunto membro dell’Iran Quds Force, un’unità delle Guardie della Rivoluzione. Arbabsiar è stato arrestato all’aeroporto J.F. Kennedy il 29 settembre scorso. Secondo il Procuratore generale Eric Holder avrebbe confessato il suo coinvolgimento nel complotto.

Funzionari Usa hanno dichiarato che il 24 maggio 2011 Arbabsiar ha preso contatti con un informatore dell'agenzia antidroga degli Stati Uniti, che fingeva di far parte di un cartello della droga messicano. Secondo le notizie fornite dagli investigatori, ci sarebbero stati diversi incontri, in cui elementi legati al governo iraniano si sarebbero detti disposti a pagare un milione e mezzo di dollari (un milione e 100mila euro) per l’assassinio dell’ambasciatore saudita Adel al-Jubeir, sul suolo statunitense. Il bersaglio iniziale, secondo le fonti Usa, sarebbe stata l’ambasciata; ma in seguito si sarebbe presa in considerazione l’idea di compiere il delitto, con esplosivi, nel ristorante favorito del diplomatico.

Il Procuratore generale ha suggerito un coinvolgimento diretto da parte dell’Iran: “La denuncia dimostra che il complotto è stato concepito, sponsorizzato e diretto dall’Iran e costituisce una violazione flagrante delle leggi statunitensi e internazionali”. Il Segretario di Stato Hilary Clinton ha affermato che gli stati Uniti si consulteranno con i loro alleati per inviare “un messaggio molto forte” in relazione al complotto. “E’ stato un successo clamoroso da parte dei nostri gruppi di intelligence e di polizia, e consulteremo i nostri amici e alleati nel mondo per decidere come mandare un messaggio molto forte dicendo che questo genere di azioni che violano le norme internazionali devono finire”, ha dichiarato la Clinton.

L’agenzia di stampa ufficiale iraniana ha definito le accuse “una campagna propagandistica” inscenata dal governo Usa. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Ramin Mehmanparast ha dichiarato all’agenzia Fars che le accuse sono “uno spettacolo teatrale fabbricato in America”. I media sauditi hanno utilizzato agenzie occidentali per riportare la notizia, senza aggiungere alcun commento.

La notizia del complotto si inserisce in un quadro di tensione crescente fra Israele e gli Stati Uniti da una parte, e l’Iran dall’altra. Il 3 ottobre il quotidiano israeliano Haaretz riportava un articolo di Amos Harel sulla seconda visita in Israele in due settimane del segretario alla Difesa Usa Leo Panetta, per consultazioni urgenti con il suo omologo Barak. “Barak e il primo ministro Netanyahu sembrano favorevoli a un attacco all’Iran…mentre il predecessore di Panetta si è sgolato per dire la sua contrarietà a questa mossa”. L’editorialista ipotizzava che Obama, in calo di popolarità “specialmente con la comunità ebraica”, potrebbe togliere il veto a un blitz anti-iraniano da parte di Israele, un gesto che “non lo danneggerebbe con i falchi della sicurezza”.
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