18/12/2003, 00.00
filippine - natale
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Il "Braccio di Cristo" nell'inferno della prigione

di Sonny Evangelista

Manila (AsiaNews) – Ogni anno, dai primi di dicembre fino a Natale, la Chiesa cattolica, l'Esercito della Salvezza e alcune associazioni umanitarie portano doni ai detenuti di Manila. Fra i più impegnati nella distribuzione vi è Al De Ocampo, che da 30 anni svolge la sua missione apostolica nelle carceri. Quest'anno i dono sono un po' poveri. Il che, secondo De Ocampo, "mostra chiaramente che i filippini stanno soffrendo per la crisi economica del paese". De Ocampo è membro dell'organizzazione "Bising ni Kristo" (Il Braccio di Cristo). Per sopperire alla mancanza di doni ha organizzato una raccolta fondi. Lo scopo è comprare ai detenuti beni di prima necessità: dentifricio, sapone, materassi e coperte. De Ocampo afferma che questi bisogni sono molto pressanti: i parenti dei prigionieri risiedono spesso fuori Manila e non riescono ad affrontare il viaggio per mancanza di mezzi; tanto meno possono inviare questi beni materiali.

Quello della prigione di Manila sarà perciò un Natale sobrio. Ma la sobrietà è l'ultimo dei problemi.

La prigione di Manila è un edificio coloniale del XIX secolo costruito per ospitare 800 detenuti. Attualmente si trovano in carcere più di 5 mila persone, fra uomini, donne e giovani. Donne e giovani sono detenuti insieme ai criminali comuni, il che sarebbe vietato dalla legge.

Oltre al sovraffollamento, il carcere deve far fronte al grave problema della corruzione, che fa sparire il già esiguo budget messo a disposizione: per ciascun detenuto, la direzione del carcere offre 35 pesos (0,63 dollari USA) al giorno per 3 pasti. I beni di prima necessità, come il letto o la coperta, devono essere forniti dal carcere per legge, ma molti detenuti devono accontentarsi di stendersi sui cartoni, per non esser costretti a dormire sul freddo pavimento.

Le condizioni di vita all'interno del carcere sono insostenibili; con tutto questo, nessuna autorità politica ha ancora messo in atto alcuna proposta.

De Ocampo ha scelto di lavorare nella pastorale carceraria, vivendo all'interno del carcere a stretto contatto con i detenuti. Conosce bene la loro situazione: la mancanza di medicinali e cure mediche, le violazioni ai diritti umani sono parte integrante della loro dura lotta per la sopravvivenza. Egli svolge anche assistenza legale per chi è stato imprigionato in modo ingiusto e non ha possibilità di ricorrere in appello. La sua opera è sostenuta dalla Caritas di Manila e l'Ufficio Francescano di Giustizia e Pace.

Non tutti all'interno del carcere ricevono lo stesso trattamento: fonti certe affermano che un noto trafficante di droga riesce a stare tranquillo e continua il suo traffico perfino in prigione, pagando alle guardie carcerarie circa 25 mila pesos (5)  di tangente al mese.

Quest'anno il numero degli arresti è molto aumentato,soprattutto per crimini legati alla droga. Una nuova legge prevede l'arresto immediato per chi si trova in possesso anche di pochi grammi di sostanza stupefacenti. La nuova legge facilita la montatura di accuse: per far imprigionare qualcuno, basta "piantargli" un po' di droga in tasca.

Per mancanza di fondi il sistema giudiziario del paese è molto lento; secondo De Ocampo i giudici sono troppo pochi. E così molti passano il Natale in prigione ingiustamente.

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