19/06/2010, 00.00
INDONESIA
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Il terremoto alle Isole Papua ha colpito anche le chiese locali

di Mathias Hariyadi
Un parroco racconta ad AsiaNews i danni causati dal terremoto. E parla della vita tranquilla delle comunità cristiane della zona, spesso poche famiglie che distano ore di viaggio dalle città

Jakarta (AsiaNews) – La chiesa parrocchiale di S. Maria a Serui (Yapen Regency, Isola Biak) ha subito gravi danni per il terremoto di grado 7,1 che il 16 giugno ha colpito Papua e altre isole della zona. Il parroco padre Ignatius Widodo, dell’ordine del Sacro Cuore, spiega ad AsiaNews che “l’edificio della chiesa al momento non può essere più utilizzato”. “E’ urgente – spiega – accertare con ingegneri la solidità della costruzione per consentirne l’utilizzo ed eliminare il rischio che crolli del tutto”.

Serui, capitale della Yapen Regency, si raggiunge con un volo di 30 minuti con un aereo turistico dallo scalo principale dell’Isola Biak. Biak è a circa 6 ore di volo da Jakarta e a 2 dalla capitale provinciale Jayapura.

In questa zona remota, vicino all’Isola Papua, ricca di risorse naturali, ma spesso considerata “sottosviluppata”, le chiese non sono edifici permanenti, sono costruite con materiale poco resistente. Il terremoto ne ha danneggiato diverse.

Padre Ignatius dice che “anche la chiesa di San Pietro nel subdistretto Waropen è stata molto danneggiata”. Waropen è una località ancora più remota, ci si arriva da Serui in 2-3 ore solo su piccole barche attraverso i fiumi. “La mia congregazione – continua il sacerdote - a SP5 (Satuan Permukiman, un gruppo di case vicine) è di sole 5 famiglie. Nel SP6 ci sono oltre 20 famiglie cattoliche e alcune altre vengono da un gruppo di case vicine che appartengono agli impianti locali di pasta di legno”.

A Serui manca l’elettricità e sono scarsi i generi essenziali. Alcuni aiuti sono stati portati tramite aereo da Biak. “I residenti più colpiti dal terremoto usano un generatore di elettricità, perché gli impianti elettrici sono state danneggiati in modo serio”, aggiunge il prete, che spiega che può parlare per telefono solo grazie alla batteria solare del suo telefono cellulare.

Danni seri hanno subito anche molte piccole chiese protestanti. Il nucleo di Serui è piccolo, si può girare intorno alla città in appena 10 minuti. Ma la città è graziosa e ha uno splendido panorama. I cattolici e gli altri cristiani della zona sono soprattutto migranti che vengono da altre isole, da Tanah Toraja a Central Sulewesi, da Java, dall’Isola Kei nelle Molucche Sudorientali e da altrove.

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