27/05/2021, 14.46
PAKISTAN
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Karachi, 13enne cristiana stuprata in casa sua, mentre i genitori erano al lavoro

di Shafique Khokhar

Gli autori sono tre giovani del quartiere: Muhammad Noman, Zaheer e Zain. Uno è stato arrestato. Un altro è membro del partito al governo e sta spingendo la polizia a infossare il caso. Giustizia e pace ha offerto sostegno e aiuto legale alla famiglia.

Karachi (AsiaNews) - Sheeza Waris, una ragazza cristiana di 13 anni, è stata stuprata a casa sua mentre i suoi genitori erano fuori a lavorare. La famiglia di Sheeza abita in una casa in affitto a Bhittaiabad, vicino all’aeroporto di Karachi. Con Sheeza, vi sono anche altri due figli. Sheeza è la maggiore ed è stata stuprata da tre giovani musulmani che abitano nell’area.

Warris, il padre di Sheeza, racconta che lui e sua moglie lavorano come spazzini e hanno lasciato casa alle 8 di mattina. Al momento dell’incidente essi erano entrambi al lavoro. Quando sono ritornati, attorno alle 16, i bambini li hanno informati che alcuni giovani erano entrati in casa con la forza e mentre uno stava a controllare la porta, gli altri hanno stuprato la ragazza.

Warris afferma che i tre giovani - Muhammad Noman, Zaheer e Zain – andandosene via hanno minacciato Sheeza di serie conseguenze se osava parlarne con i genitori e con la polizia. Zain, uno degli aggressori, che era stato a guardiano della porta, in seguito è stato arrestato dalla polizia; gli altri due si sono nascosti sfuggendo all’arresto.

Intanto Sheeza è ricoverata al Jinnah Medical Center dove è sottoposta a diversi esami. La sua famiglia attende il responso dei dottori.

L’incidente è stato condannato con forza da Dilawar Bhatti, presidente dell’Alleanza popolare cristiana, che ha chiesto al governo di prendere una posizione chiara contro tutte le violenze verso le minoranze. Egli ha anche espresso il sospetto che la fama di uno dei colpevoli rallenti l’opera della polizia e dei medici. Uno dei due assalitori, infatti, appartiene al partito al governo nel Sindh, e sta facendo pressioni sull’ospedale e sulla polizia. Per Bhatti, è questo il motivo per cui la famiglia di Sheeza non riesce, anche dopo 24 ore a ricevere il responso legale del medico.

Bhatti ha sottolineato che “in un mese, questo è il secondo caso di stupro a Karachi, dopo quello di Jamaima, una ragazza cristiana anch’essa abusata. Le minori cristiane sono sempre prese di mira”.

Kashif Anthony, di Giustizia e pace di Karachi, condannando l’incidente, ha chiesto al governo che arresti  “questi mostri e li consegni alla giustizia”. La Commissione nazionale di Giustizia e pace è pronta a sostenere la famiglia con aiuti anche legali.

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