19/02/2005, 00.00
INDONESIA - IRAQ
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L'Indonesia si unisce e chiede la liberazione dei suoi ostaggi in Iraq

di Mathias Hariyadi
Il presidente Susilo: "erano lì solo per lavoro". Tra gli appelli ai rapitori anche quello del presunto terrorista islamico Abu Bakar Bashir.

Jakarta (AsiaNews) –Leader politici, autorità musulmane e presunti terroristi islamici chiedono a gran voce la liberazione dei due giornalisti indonesiani rapiti in Iraq e chiariscono che essi non avevano nessuna missione politica. "La loro presenza in Iraq era di tipo professionale – ha specificato oggi il presidente Susilo Bambang Yudhoyono – i due giornalisti stavano documentando per la Metro TV le elezioni irakene". Il presidente, vestito con l'abito maschile musulmano (koko), ha parlato dal palazzo di Stato alla televisione del Qatar al Jazeera usando la lingua indonesiana. Susilo ha chiesto la liberazione dei rapiti senza condizioni.

Ieri un gruppo islamico armato finora sconosciuto, Jaich al-Mujaiddine (l'esercito dei combattenti), ha rivendicato il rapimento di Meutya Hafid e Budiyanto, i due reporter indonesiani dati per dispersi in Iraq. I rapitori "chiedono al governo indonesiano di precisare la missione per la quale i giornalisti sono venuti" in Iraq. "Se il governo indonesiano non risponderà a questa domanda – ha aggiunto il gruppo - non sarà responsabile della sicurezza dei due ostaggi". Il portavoce di Susilo ha reso noto che i rapitori non hanno ancora fatto seguire una risposta all'appello del presidente.

In un appello radiofonico la madre della 26enne Hafid ha detto: "Prego Allah per la salvezza di mia figlia e chiedo ai rapitori di liberarla. Noi musulmani siamo fratelli".

Il rapimento dei due indonesiani è molto paradossale. L'Indonesia, paese musulmano più popoloso al mondo, si era da subito opposta alla guerra americana in Iraq. Un appello per la liberazione dei due rapiti arriva perfino dal controverso leader islamico Abu Bakar Bashir. Il religioso incarcerato, è ritenuto la guida spirituale del gruppo militante islamico della Jemaah Islamiah (JI), legato ad al-Qaeda.

Susilo ha dichiarato che verrà fatto ogni tentativo, diplomatico e non, per liberare gli ostaggi. Intanto oggi il capo dell'intelligence, il generale Syamsir Siregar, si è recato in visita speciale dall'ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid (conosciuto come Gus Dur) per cercare di ottenere contatti con i rapitori. Gus Dur ha una particolare influenza all'interno della comunità musulmana nel mondo e soprattutto in Iraq, dove ha studiato durante la sua giovinezza. Il suo intervento ha salvato due donne indonesiane rapite in Iraq l'anno scorso.

Agli appelli per Hafid e Budiyanto si è unito anche il presidente della potente Assemblea Consultativa del popolo (MPR), Hidayat Nur Wahid, ex membro del Partito della Prosperità e della Giustizia (PKS), di ispirazione islamica.

I due giornalisti - secondo quanto reso noto oggi dall'ambasciata d'Indonesia a Baghdad - erano scomparsi mentre in auto percorrevano la strada da Amman a Baghdad, all'incirca all'altezza della città ribelle di Ramadi (ovest della capitale irachena).

Tra gli ostaggi in mano alle bande armate irakene anche la giornalista italiana Giuliana Sgrena, della quale anche il papa Giovanni Paolo II ha chiesto la liberazione.

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