30/12/2013, 00.00
TURCHIA
Invia ad un amico

La "Notte di san Bartolomeo" dell'islam politico turco

di NAT da Polis
I rivolgimenti nel governo e le accuse della polizia contro esponenti politici sono conseguenza dello scontro tra i seguaci del premier Erdogan e quelli dell'imam Gulen, fondatore della comunità islamica Hizmet, un tempo alleati. Una fase politica critica, dalle conseguenze imprevedibili e pericolose.

Istanbul (AsiaNews) - Una  notte di San  Bartolomeo è scoppiata all'interno dell'islam politico turco e vede contrapposti i seguaci del premier Recep Tayyip Erdogan e quelli del fondatore della comunità Hizmet (Offerta), l'imam Fethullah Gulen.

I primi hanno il loro fondamento nel Milli Gorus (concezione nazionalista religiosa) che ha in Necmetin  Erbakan la sua espressione moderna. Erbakan nel 1969 ha fondato il partito Milli Nizam Pasrtisi (Ordine nazionale), poi Refah partisi (Partito della prosperità), Fazilet partisi (Partito della virtù), nelle cui fila ha militato Erdogan, prima di fondare con l'attuale presidente della Repubblica, Abdullah Gul e  l'attuale vice primo ministro Bulent Arinc, l'AKP. Partito che con a capo Erdogan sta al potere dal 2002, riuscendo a mettere nel congelatore i successori di Kemal Ataturk.

I secondi si concentrano attorno Fehullah Gulen, uomo senza alcuna particolare preparazione, il quale si considera successore di Said i Nursi (1878-1960), espressione di un Islam più liberale e culturale.

La comunità islamica Hizmet  è caratterizzata da una grande forza economica e culturale, è sostenuta da uomini d'affari turchi e non e influenza un gran numero di fedeli musulmani. Ha fondato e mantiene scuole e  università in decine di Paesi e ha creato una rete di istituti per l'accesso alle università e alle scuole professionali degli studenti non agiati. Si parla di 500 di queste scuole nella sola Turchia e di una presenza capillare nell'elemento islamico dei Balcani e anche in Asia e Africa. L'Organizzazione offre borse di studio, alloggi e guida morale agli studenti che provengono dalla campagna. Hizmet sostiene la sinergia di scienza e tecnologia con i dettami dell'islam e ha indetto l'Olimpiade della cultura turca per i turcofoni di tutto il mondo.

Il gruppo possiede in Turchia due quotidiani, Zaman (Il Tempo) in lingua turca e Today's Zaman, in inglese, e diversi altri media.

Attiva dalla metà degli anni '80, l'organizzazione è riuscita a collocare suoi uomini nella burocrazia, nella polizia e nella magistratura, ma ha fallito nel tentativo di piazzare suoi uomini nell'esercito. Per questo motivo nel  1999 è stato accusata dai militari di aver tentato di rovesciare lo Stato laico. Gulen, assolto nel 2008, dal marzo 1999 vive in Pennsylvania ed è considerato il padre padrone della comunità.

Ad accomunare Gulen ed Erdogan è il tentativo di rovesciare il regime "laico" kemalista. E' stata un'alleanza, scrivono vari analisti turchi, fondata sulla necessità dell'AKP, una volta salito al potere, dell'esperienza di membri di Hizmet, ben infiltrati nella polizia, nella magistratura e nella burocrazia per non diventare preda dei  lupi kemalisti, mentre la comunità viveva nel timore di una  sua liquidazione e non ha avuto altra scelta che collaborare con l'AKP.

Con la fine del potere dell'esercito e dell'alta magistratura, i due pilastri del kemalismo, Erdogan - anche per l'ebrezza delle tre successive vittorie conseguite alle politiche (2002 ,2007 e 2011), toccando il 50%  e con più del 58%  ottenuto al referendum del 2010 per il cambio della costituzione turca - ha ritenuto di costruire un suo regime senza alcuna condivisione di potere.

Il bonapartismo di Erdogan ha spinto Gulen a prendere le distanze dal leader dell'AKP, anche per le posizioni contro Israele di Erdogan, seguite all'attacco israeliano alla "Mavi Marmara".

Gulen, che combina la pietà di un musulmano con il classico nazionalismo turco, è, tra l'altro, profondamente anti-arabo e fortemente filo-occidentale. E quando sono scoppiati i disordini della cosiddetta "Primavera araba" e il primo ministro turco ha cominciato a dichiararsi protettore degli arabi, Gulen si è infastidito ancora di più. Il colpo finale lo ha portato la guerra in Siria e la politica di Erdogan in appoggio degli estremisti islamici.

Ma anche le proteste di Gezi Park sono state occasioni di critica da parte di Gulen contro Erdogan, accusato di non percepire la voce della società turca che sta cambiando.

E il progetto di Erdogan, la conquista della presidenza della Repubblica nell'estate del 2014, è visto come una conferma della pericolosa sindrome bonapartista del premier che, si commenta negli ambienti diplomatici di Turchia, non ascolta nessuno e si considera vittima di complotti internazionali.

Agli attacchi di Gulen, Erdogan ha risposto decidendo la sospensione, entro il 2015, di tutti gli istituti e scuole che fanno parte di Hizmet, mirando così al cuore dell'Organizzazione.

Il seguito è cronaca dell'altro ieri: il 17 dicembre la polizia ha compiuto dei veri arresti di massa, compresi i figli di tre ministri importantissimi, quello degli Interni, dell'Economia e dell'Ambiente Muamar Guler, Zafer Caglajan e Erdogan Rahvali, con le gravissime accuse i corruzione, appropriazione indebita, abuso di potere. Ed è  notizia di ieri che anche il figlio di Erdogan è indagato.

Insomma la polizia, controllata da Gulen, che ha aiutato Erdogan a smantellare i Kemalisti, colpisce Erdogan. Il dado è tratto e non si sa se il radicale rimpasto fatto da Erdogan potrà fermare il suo tracollo politico. La Turchia appare entrata in una fase politica critica, dalle conseguenze imprevedibili e pericolose.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
All'avvicinarsi delle elezioni presidenziali, la polizia turca lancia un'indagine a tappeto contro Gulen
08/07/2014
Erdogan chiede agli Usa l'estradizione del "traditore" Gulen
30/04/2014
La primavera araba risveglia anche i nordcoreani
19/10/2011
Per non perdere il nuovo Risveglio arabo
28/01/2014
Onu ad Ankara: liberate gli studenti e gli attivisti LGBTI+s arrestati
04/02/2021 08:54


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”