26/06/2004, 00.00
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Le scuole cattoliche sostengono la cultura umanistica e thai

Bangkok (AsiaNews) – "Non sono contro la tecnologia, tengo a precisare che ma le scuole cattoliche educano gli studenti anche all'etica alla bontà, alla conoscenza di Gesù Cristo e ad essere suoi discepoli nella vita quotidiana". Sumitra Phongsathorn, della Mater Dei School di Bangkok, è una dei numerosi amministratori, insegnanti e genitori che hanno partecipato ieri al seminario su "Gli effetti dell'accordo del libero commercio sulle scuole cattoliche". Il seminario è stato promosso dal Centro di formazione sociale e dalla Commissione cattolica per i diritti umani, in collaborazione con la Commissione nazionale Giustizia e Pace. Scopo del seminario, mostrare la necessità insostituibile delle scuole cattoliche, anche nei confronti delle istituzioni sovvenzionate dal governo che forniscono una formazione solo in vista della professione.

Nell'ottobre 2003 l'incontro dell'APEC (Asean Pacific Economic Cooperation) ha causato in modo indiretto il taglio dei contributi economici governativi alle scuole locali private thai. L'accordo siglato fra Thailandia, Cina, India e Bahrain - ad esempio – tendeva a facilitare l'esportazione di prodotti agricoli tailandesi e a stimolare gli investimenti. Sull'onda di queste decisioni sono state aperte scuole internazionali e i finanziamenti statali a questi istituti minacciano la sopravvivenza delle scuole cattoliche.

Il convegno di Bangkok ha esaminato le risposte delle strutture scolastiche cattoliche a questa crisi. Suor Anna, della congregazione di San Paolo di Chartres, è responsabile della Saint Wittaya School a Chiengrai, sul confine con la Cina: "Il commercio è una caratteristica della globalizzazione che noi non possiamo fermare: ma come possiamo far fronte alla minaccia dei nostri metodi educativi?". Suor Anna offre una soluzione: "Ho iniziato una scuola "modello casa". Gli studenti dormono presso la scuola e tornano a casa una volta al mese. Questo programma coinvolge gli studenti tribali che abitano nei dintorni. Forniamo loro le conoscenze utili per il loro lavoro, ad esempio la lingua cinese". "Le scuole cattoliche devono concentrarsi sull'educazione integrale degli studenti: comportamento, alfabetizzazione, cultura e predisposizioni sociali sono gli obiettivi educativi" afferma fr. Leo Visit Srivichairat, segretario della Commissione cattolica per l'educazione. "Dobbiamo tendere ai quattro pilastri educativi proposti dall'Unessco: educare al sapere e al fare, al convivere pacifico con gli altri e a raggiungere i propri scopi".

Valai Na Pompetch, segretario generale di Giustizia e pace, sottolinea che fornire un'educazione di qualità è un grande servizio che le scuole cattoliche rendono ai poveri: "Rispetto alle scuole statali, educhiamo lo studente alla virtù più che alla conoscenza. Ci dobbiamo anche chiedere se i programmi scolastici preparati da insegnanti stranieri rappresentano abbastanza la cultura thai". L'accademia buddista Maha Chulalongkorn ha proposto di recente l'idea di diffondere una visione buddista nelle scuole statali. Gli studenti verrebbero educati secondo l'insegnamento buddista. Presentato per la prima volta nel 2003, al programma avevano aderito 195 scuole. Nel 2004 il numero è salito a 10 mila istituti. (WK)

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