15/09/2012, 00.00
INDIA
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Leader radicale indù: Votateci, e vi restituiremo il tempio di Ayodhya

di Nirmala Carvalho
Ashok Singhal, storica guida del gruppo estremista Vishwa Hindu Parishad (Vhp), prova a far leva sul nazionalismo degli indiani per le elezioni generali 2014. Presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic): "Tentativo di esaltare l'isteria, ma la maggioranza degli indù non crede in loro".

Mumbai (AsiaNews) - Votate per un governo nazionalista indù alle elezioni del 2014, e vi ricostruiremo Ayodhya. Mancano ancora due anni al voto che nominerà il nuovo primo ministro dell'India, ma per il movimento radicale indù Vishwa Hindu Parishad (Vhp) è già tempo (o quasi) di campagna elettorale. Sono degli ultimi giorni infatti le dichiarazioni di Ashok Singhal, leader storico del Vhp, che in un'uscita pubblica ha dichiarato: "Solo un governo centrale pro-hindutva [ideologia che teorizza la creazione di un Paese ispirato in tutto e per tutto ai principi dell'induismo, ndr] può spianare la strada per la costruzione di un tempio ad Ayodhya".

Nel 1992 Ayodhya è stata teatro di uno degli attacchi più cruenti contro la comunità islamica dell'India. Il 6 dicembre di quell'anno, circa 150mila militanti del movimento nazionalista indù Sangh Parivar rasero al suolo l'antica moschea Babri Masjid. La distruzione del luogo di culto fu l'apice di una lunga campagna sostenuta dai radicali indù, che ricendicavano la proprietà secolare del terreno su cui sorgeva la Babri Masjid. L'assalto sfociò in violenti disordini, in cui morirono oltre 2mila persone, per lo più musulmani. Il 30 settembre 2010, l'Alta corte di Allabad decide che l'area contesa sia divisa in tre parti tra litiganti islamici e indù, nel tentativo di mitigare la tensione sempre accesa nella zona.

Per Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), questi commenti "vogliono esaltare l'isteria di una parte degli indù di questo Paese, e sfruttarla per preparare il terreno per le prossime elezioni", che ai sostenitori dell'hindutva "servono per riaffermare la loro identità politica". Tuttavia, sottolinea il leader cristiano, "le vere questioni che interessano la maggioranza degli indù sono altre, e non sono state affrontate: la perdita del lavoro; la riduzione degli standard della vita; la povertà, causata dall'impatto negativo della globalizzazione". E che "le minoranze in India siano e siano state vittime di questi nazionalisti" è un problema, perché essi "non rappresentano in alcun modo i principi essenziali della religione indù".

 

 

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