16/07/2016, 10.04
Iraq
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Lo Stato islamico ha iniziato a deportare tutti gli abitanti di Zab

di Pierre Balanian

Allontanati tutti gli abitanti del distretto, obiettivo dell’esercito iracheno, gli uomini dell’Isis stanno scavando tunnel e gallerie. Nel distretto di Al Sherkat gruppi di resistenza hanno fatto saltare la bandiera del “Califfato”.

Kirkuk (AsiaNews) – Daesh, il cosiddetto Stato islamico, ha dato inizio ieri all’allontanamento forzato di tutti gli abitanti del distretto di Zab, che si trova a 85 Km a sud-ovest da Kirkuk, nel nord dell’Iraq. Zab fa parte del distretto Al Huwaije che insieme a molti altri centri urbani e villaggi del sud di Kirkuk, è sotto l’occupazione del “Califfato” dal 10 giugno 2014.

In poche ore il distretto è stato quasi del tutto svuotato dai suoi abitanti, costretti a recarsi, nel caldo infernale dell’estate irachena, a cielo aperto nel deserto. Non è stato permesso agli abitanti di portare nulla di pesante. In fretta e furia, senza nessun riguardo per donne, anziani o bambini, tutti sono stati condotti sotto minacce di morte ad evacuare case, campi e negozi. L’ordine era di lasciare la città e una volta allontanata, la gente è stata lasciata sola. Molti si sono stabiliti nel deserto mentre altri hanno trovato asilo nei villaggi circondanti.

Gli ultimi che sono partiti hanno riferito di grandi perforazioni che gli uomini dell’ISIS stavano effettuando nei dintorni e all’interno della città, con camion carichi di petrolio che vengono svuotati  all’interno dei tunnel e gallerie ottenuti perforando, il che fa pensare alla volontà di incendiare l’intera zona all’arrivo delle truppe irachene intente a liberare questi territori dal dominio dell’ISIS.

Daesh che si è finora fatta scudo dei civili nelle zone da essa occupate ha ora, a quanto sembra, cambiato strategia e mira ad accusare le forze alleate che bombardano i centri di comando dell’ISIS e i suoi depositi di armi di catastrofe ambientale. L’enorme quantità di materiale incendiario collocato intorno ai loro depositi di armi ne è la prova.

Zab che si trova nel distretto di Al Huwaije, dove è raccolto il maggior numero di combattenti di Daesh (nella foto)  in quanto passaggio obbligato sul percorso per il distretto di Al Sherkat, che si trova a nord della provincia sunnita di Salah El Din. La politica della terra bruciata adottata ora da Daesh, sembra poter ritardare, ma non impedire del tutto l’avanzata delle truppe irachene decise a mettere fine all’occupazione di Daesh di questa zona ricca di risorse petrolifere.

Tempi duri per i combattenti di Daesh anche nel distretto di Al Sherkat dove oggi è stata fatta saltare in aria con la dinamite l’asta che reggeva la loro più alta bandiera, issata nel centro della città. Jabbar Al Maamuri, uno dei capi di Al Hashd el Shaabi (le Unità di mobilitazione popolare, la milizia formata in seguito all’appello alla guerra santa contro lo Stato Islamico, lanciata dall’ayatollah Al Sistani il 13 Giugno 2014, tre giorni dopo la caduta di Mossul in mano a Daesh), ha parlato oggi pomeriggio di gravi problemi all’interno della leadership di Daesh ad Al Sherkat.

L’abbattimento del simbolo dello Stato Islamico nel cuore di una città da loro completamente controllata è “un messaggio chiaro che la loro presenza in queste zone ha ormai le ore contate” ha affermato il comandante Al Maamuri. I crimini terribili e le punizioni sempre più disumane intensificatisi nel corso degli ultimi tre mesi hanno favorito l’allontanamento della gente che pure  aveva inizialmente dato appoggio al cosiddetto Califfato.

Ormai i capi di Daesh evitano di circolare da soli a Sherkat, dove gruppi di resistenza hanno nelle ultime settimane organizzato attentati contro alcuni esponenti del gruppo terroristico, mentre  sui muri sono apparse scritte con slogan contro lo Stato Islamico.

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