12/01/2016, 00.00
SIRIA
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Madaya, fonti Onu: evacuazione urgente per 400 persone, servono cure mediche

Un primo carico di aiuti, con cibo e generi di prima necessità, è entrato nella città sotto assedio dopo mesi. Per le Nazioni Unite vi sono centinaia di persone, fra cui bambini, che rischiano la vita. Fonti locali parlano di leader ribelli che vendono alimenti a prezzi “esorbitanti”. I guerriglieri rifiutano di condividere il cibo con la popolazione.

Damasco (AsiaNews) - Centinaia di persone a Madaya hanno bisogno di essere evacuate in fretta per ricevere trattamenti medici. È quanto riferisce il capo della missione umanitaria delle Nazioni Unite Stephen O’Brien, che coordina le operazioni di soccorso nella località siriana da mesi sotto assedio. Al suo interno la popolazione muore di fame per la mancanza di cibo e di generi di prima necessità.

Ieri, dopo mesi, il primo carico di aiuti ha fatto il suo ingresso in città.  Resta alto il rischio, come denunciato ad AsiaNews dal Patriarca melchita Gregorio III Laham che le derrate finiscano “nelle mani di bande criminali e gruppi terroristi”. Testimoni raccontano infatti di leader ribelli che vendono cibo e generi di prima necessità alla popolazione a prezzi “esorbitanti”. 

Intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione a Madaya, il capo della missione Onu ha affermato che almeno 400 persone rischiano di morire se non riceveranno cure a breve. Intanto fonti diplomatiche ritengono “credibili” i racconti di persone decedute a causa della cronica mancanza di cibo. 

Rilanciando i racconti del coordinatore degli aiuti umanitari sul campo,  Stephen O’Brien parla di “almeno 400 persone che vanno evacuate immediatamente. Dobbiamo cercare di farlo nel più breve tempo possibile - ha aggiunto - perché ricevano trattamenti medici”. Fra le persone in pericolo vi sono anche diversi bambini. Per sopravvivere la gente si ciba di erba dei campi e carne di gatto, mentre i guerriglieri si sono “rifiutati di condividere o distribuire parte del cibo alla popolazione”.  

In queste ore alcuni cittadini hanno ricevuto il permesso di lasciare la città e si trovano nei punti di raccolta, in attesa di completare le operazioni di evacuazione.

Ieri un convoglio della Croce rossa internazionale e della Mezzaluna rossa sotto l’egida dell’Onu - composto da 44 camion carichi di generi alimentari - è entrato a Madaya, con cibo e scorte in grado di sfamare i 20mila abitanti almeno per un mese. Dall’ottobre scorso la popolazione non riceve aiuti e i prezzi delle derrate, ormai introvabili, sono schizzati alle stelle con un litro di latte venduto al mercato nero a oltre 200 dollari. Fra le derrate consegnate ieri vi erano anche medicine, coperte, materiali da campo e saponi. La distribuzione di aiuti continuerà anche nelle prossime ore. 

Sebbene non vi siano cifre aggiornate sul numero delle vittime, fonti di Medici senza frontiere (Msf) hanno riferito che dal primo dicembre scorso sarebbero morte di fame almeno 28 persone. Funzionari delle Nazioni Unite parlano di testimonianze (credibili) di persone morte di fame e di altre uccise mentre cercavano di fuggire dall’area.

In Siria fino a 4,5 milioni di persone vivono in aree contese e difficili da raggiungere per le agenzie umanitarie, tra le quali almeno 400mila in 15 diverse località sotto assedio, che vivono in condizioni di estrema necessità e senza la possibilità di ricevere aiuti. Fra queste vi è proprio Madaya, 25 km a nord-ovest di Damasco e a soli 11 km dal confine con il Libano; dal luglio scorso la zona è assediata dalle forze governative, sostenute dagli alleati sciiti libanesi di Hezbollah. Situazioni analoghe si registrano a Foah e Kefraya - sotto assedio da parte delle milizie ribelli - al cui interno vi sono almeno 20mila persone intrappolate dal marzo scorso e prive di aiuti. 

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