21/07/2006, 00.00
INDIA
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Madhya Predesh: stretta sulla libertà di conversione

di Nirmala Carvalho

Il governo locale sta valutando emendamenti alla Legge sulla libertà religiosa. Secondo il nuovo testo, chi si converte deve chiedere un mese prima il permesso alle autorità. La preoccupazione di Chiesa e cristiani: norme "ridicole" per un Paese democratico.

Bhopal (AsiaNews) – La Legge sulla libertà religiosa in Madhya Pradesh potrebbe diventare ancora più dura se l'Assemblea legislativa locale approverà il nuovo testo emendato. Lo riferiscono fonti locali attendibili, secondo le quali il disegno di legge è all'esame delle autorità di competenza.

La precedente normativa, risalente al 1968, è stata rivista sul modello di quella vigente in un altro Stato dell'India, l'Orissa. Secondo le fonti di AsiaNews, il cambiamento maggiore riguarda l'aspetto relativo la comunicazione alle autorità della conversione. La nuova proposta stabilisce che le parti coinvolte, direttamente o indirettamente, nella conversione dovranno rendere nota la loro intenzione al responsabile distrettuale un mese prima della data della cerimonia religiosa. Il funzionario del distretto, a sua volta, avvierà un'indagine sulla richiesta di conversione, che potrebbe coinvolgere anche la polizia. Solo dopo aver verificato che la conversione non è avvenuta con la forza o con l'inganno verrà concesso il permesso di passare ad un'altra religione e celebrare la cerimonia. Le pene per chi viola la norma non sono cambiate: 12 mesi di carcere o una multa di mille rupie oppure tutte e due. Da segnalare che c'è stata pressione per alzare la multa in denaro a 100 mila rupie e la detenzione fino a tre anni.

Forti le critiche della comunità cristiana e di attivisti per i diritti umani. La nuova legge è contro la libertà di coscienza, assicurata dalla Costituzione, ma anche contro la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che l'India ha sottoscritto. "La proposta non è solo anti-cristiana – fanno notare alcuni analisti - lede infatti anche i Dalit e i tribali, che così non sperimenteranno mai la dignità di poter fare un propria scelta".

Mons. Pascal Topno sj - arcivescovo di Bhopal, capitale del Madhya Pradesh - ha detto ad AsiaNews di sentirsi "oltraggiato e molto infelice" nell'apprendere la notizia. "Questi emendamenti vanno diritti contro la comunità cristiana, dove nessuno ha mai operato conversioni forzate", ha detto ad AsiaNews. Il presule sottolinea la vaghezza del termine "forzate", utile solo a coprire e difendere i colpevoli di attacchi alle comunità religiose di minoranza. Condanne al disegno di legge anche da parte del Global Council of India Christians (GCIC) che ha commentato ad AsiaNews: "In un Paese democratico è ridicolo pretendere da ogni cittadino il permesso dello Stato per poter scegliere la propria fede". Il GCIC chiede al governo di cancellare la legge.

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