05/11/2009, 00.00
CINA
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Nonostante la crisi, Shanghai lancia Disneyland

Il governo ha approvato ieri il progetto, da 3,5 miliardi di dollari. Entusiasmo negli industriali locali, anche se in Cina esistono 2.500 parchi di divertimento di cui solo il 10% crea profitto.

Shanghai (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese ha approvato ieri formalmente la costruzione di Disneyland Shanghai. Il progetto - del valore di 3,5 miliardi di dollari - ha creato nel Paese molte aspettative ma anche qualche preoccupazione: un simile parco a tema, costruito ad Hong Kong, ha avuto infatti risultati molto scadenti. Colpa della crisi finanziaria internazionale ma anche del settore turistico, che non riesce a coordinare le offerte da proporre al pubblico mondiale.

 Secondo i piani regolatori, il parco di divertimenti occuperà un’area pari a mille acri nella parte sud-orientale della città, nei pressi dell’avveniristico aeroporto di Pudong. Ben collegato con il centro della città grazie al Maglev – il treno a levitazione magnetica che tocca i 450 chilometri orari – punta a divenire l’attrazione di punta della città.

 Dong Ming, direttore del Servizio viaggi internazionali Jinjiang, spiega: “Ovviamente si tratta di una mossa positiva, perché avremo una nuova centrale del divertimento in una città che ne ha già molti. Disney attirerà a Shanghai molte persone: non soltanto turismo interno, ma anche da tutta l’Asia. I benefici non toccheranno soltanto il settore turistico: vedremo un impatto positivo anche sulle infrastrutture e sul mercato immobiliare”.

 La città punta da tempo a divenire il principale punto di snodo della regione. Un imponente ampliamento dell’aeroporto domestico, l’Hongqiao, inizierà il prossimo marzo. Il progetto prevede una stazione ferroviaria interna, collegata con il servizio di metropolitane e di treni ad alta velocità. L’obiettivo è quello di uniformare il traffico aereo nazionale e internazionale.

 Secondo il professor Yin Kunhua, che insegna Finanze ed economia all’università di Shanghai, “Disneyland porterà un aumento dei prezzi delle proprietà. Sono felice che il progetto sia stato approvato: è difficile definire in che modo avverrà, ma avremo un impatto positivo. Inoltre, renderà appetibile anche la zona di Pudong, finora meno importante delle altre”.

 Eppure l’apertura del parco ha scatenato anche reazioni negative, soprattutto alla luce del flop ottenuto da un simile progetto approvato a Hong Kong. Secondo alcuni operatori turistici, “non ci sono garanzie di alcun tipo che tutto questo diverrà un profitto. Non si possono comparare le esperienze di Hong Kong e Shanghai, ma la crisi finanziaria ha sicuramente ridotto il giro di denaro da investire nel turismo”.

 Al momento in Cina esistono 2.500 parchi di divertimento, di cui il 70% è attualmente con i bilanci in rosso. Secondo i dati di Horizon Group, un’agenzia internazionale di ricerca strategica e consulenza, nel settore sono stati investiti circa 15 miliardi di euro: ma questi soldi sono stati quasi tutti buttati, dato che soltanto il 10% dei parchi a tema produce un profitto. Negli ultimi anni, schiacciati dal mercato, hanno chiuso il World Park di Guangzhou, il Future World di Hangzhou e il Froebelland Park di Wuajiang. In totale, perdite per circa due miliardi di euro.

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