06/07/2005, 00.00
GIORDANIA
Invia ad un amico

Organizzazione della Conferenza Islamica mondiale: no al fondamentalismo

di Jihad Issa

L'Organizzazione, riunita in Giordania, lavora per "promuovere un clima di dialogo giusto ed equo, sereno e durevole, che sia in grado di appianare i conflitti e di neutralizzare il fondamentalismo religioso".

Amman (AsiaNews) - Rifiuto di ogni fondamentalismo e rinuncia ad "ogni atto contrario alla fede musulmana da parte dei fedeli", come i conflitti religiosi. E' il senso del messaggio inaugurale di re Abdallah II, sovrano della Giordania, che ha parlato in occassione del congresso dell'Organizzazione della Conferenza Islamica mondiale (Oci), a cui partecipano delegati di 35 Paesi membri ed esperti di tutto il mondo.

Il monarca, nel suo discorso inaugurale, ha sottolineato l'importanza di questo incontro che si svolge in un periodo storico "molto critico per il mondo e per Paesi islamici come l'Iraq, la Palestina, la Siria, il Pakistan e altri ancora". Ha aggiunto che "le violenze e il terrorismo, condannati dall'Islam e portati avanti dai suoi nemici, sono l'obiettivo da combattere, perché rovina i fondamenti islamici". Abdallah II ha condannato le "interferenze del mondo non musulmano negli affari dell'Islam" ed ha lanciato un appello forte affinché "i musulmani rinuncino a tutti gli atti che contraddicono la loro fede". La fede islamica, per il sovrano giordano, "invita alla concordia ed alla convivenza anche con fedeli di altre religioni, come ebrei e cristiani".

Il mondo musulmano è invitato ad una presa di coscienza che serve ad allontanare i pericoli che circondano l'Islam. Ha concluso il suo discorso rinnovando "l'impegno dei musulmani a far uscire il mondo dalla crisi di valori che lo sta travolgendo". Il meeting, che si conclude giovedì 7 luglio, ha fra gli argomenti in agenda la situazione della donna nell'Islam odierno, il ruolo della gioventù musulmana nel mondo che cambia, i diritti dell'uomo, i pericoli che impediscono lo sviluppo dell'Islam nel mondo ed i modi per far affiorare "il vero volto dell'Islam, anche attraverso i mass media".

Cheikh Ali Jemha, mufti d'Egitto, ha affermato il rifiuto della violenza, "che rovina l'Islam e i musulmani". Ha rinnovato il suo impegno per la convivenza pacifica con i fedeli di altre religioni, affermando la "non liceità" di ciò che viene nominata "lotta tra le religioni". Abd El Aziz Toueitigi, direttore generale dell'Issisco (l'Unesco araba), ha confermato l'azione dell'associazione per lo sviluppo dell'educazione, della scienza e della cultura dei popoli, "desiderosi di pace e concordia". Ha espresso il suo rifiuto nei confronti di denunce e generalizzazioni contro l'Islam: "Esse macchiano il vero volto della fede".

Il segretario generale dell'Oci, Akmal al-Din Oghali, ha confermato il ruolo della Conferenza a favore della pace. Ha dichiarato ad AsiaNews: "L'Islam è stata la prima fra le religioni a predicare l'uguaglianza assoluta fra tutti i popoli della terra". L'uomo sostiene che l'Islam "ha messo le fondamenta del governo giusto, poi travisato dagli uomini, non dalla religione". Rispondendo a una domanda sul ruolo della Conferenza islamica, ha dichiarato che "essa ha iniziato un processo di riforma pluridimensionale, promuovendo un clima di dialogo giusto ed equo, sereno e durevole, che sia in grado di appianare i conflitti e di neutralizzare il fondamentalismo religioso".

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il 28,5% dei giovani vive in un Paese islamico
13/07/2017 10:49
Domani il via al summit straordinario dell'Organizzazione della conferenza islamica
06/12/2005
Laicità e cittadinanza: come Al Azhar potrebbe influenzare i Paesi arabo-islamici
28/03/2017 09:56
Giordania, corte islamica approva la custodia dei figli a vedova cristiana
14/04/2005
Tensione alta a Gerusalemme dopo gli incidenti di ieri
01/03/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”