07/05/2020, 11.17
FILIPPINE
Invia ad un amico

P. Stefano Mosca: Senza l’eucaristia, sopravviviamo soltanto (II)

di Stefano Mosca

È ragionevole interrompere l’eucaristia a causa del coronavirus. Ma è importante non considerarlo normale, come se si potesse fare a meno del sacramento. La dimenticanza dell’eucaristia porta corruzione e violenza. Il contrario permette la ricostruzione della vita personale e sociale. L’esempio di due villaggi. La seconda parte della testimonianza del missionario nelle Filippine.

Lakewood (AsiaNews) – Per frenare la diffusione del coronavirus, in molti Paesi – dalle Filippine all’Italia – i governi hanno decretato il divieto delle messe con pubblico. P. Stefano Mosca, missionario Pime, da 17 anni nelle Filippine, comprende le ragioni di questa decisione, ma afferma che senza l’eucaristia domenicale la vita cristiane a sociale rischiano di disgregarsi. “I fedeli senza Eucaristia – dice - sono entrati da un po’ nella modalità ‘sopravvivenza’ che non può assolutamente diventare la normalità”. Il sacerdote, parroco a Lakewood (Zamboanga del Sur, Mindanao), racconta l’esperienza di due villaggi, la cui vita è stata riplasmata dalla partecipazione all’eucaristia.  Questa è la seconda parte del suo intervento. Per la prima parte vedi qui.

 

Io, sebbene preoccupato della mia gente, non ho fatto come il mio confratello parroco di Kumalarang, distribuendo l’Eucaristia per strada, ma ho cercato un dialogo con il sindaco e la polizia locale per ottenere di celebrare tre messe ogni domenica nella chiesa parrocchiale di Lakewood per tutti i cristiani del centro e dei villaggi. La Chiesa parrocchiale è grossa e ben aerata: non avendo muri, ma cancellate di ferro e rispettando le distanze di due metri e l’obbligo della mascherina, può accomodare fino a 120 persone per messa. Ottenuti i permessi scritti abbiamo celebrato le prime tre messe domenica scorsa, 3 maggio. Ma vi hanno partecipato pochissimi. Neanche la gente del centro, vicinissima alla chiesa, è venuta alla funzione. Questo mi ha fatto capire una cosa: io mi sono impegnato a dialogare e elemosinare permessi a destra e sinistra, ma la mia gente, che non riceve l’Eucaristia da due mesi, non ha ancora capito che non è davvero la stessa cosa una vita cristiana senza cibo e una vita cristiana ben nutrita. Il coronavirus è diventato per molti cristiani una bella scusa per perdere regolarmente messa e comunione. Molti per la verità non vi partecipavano neanche prima, ma ora hanno trovato la scusa giusta. E questi sono i cristiani cattolici che poi vivono una vita cristiana discutibile: molto facilmente si lasciano corrompere dai politici per ottenere privilegi e favori; diventano spietati nel business, usurai, razzisti contro i tribali; sono negozianti imbroglioni che in questo periodo di crisi vendono tutto a doppio prezzo, riducendo così alla fame molte persone povere che non riescono a comprare i loro prodotti a quei prezzi esagerati. Niente Eucaristia e questi sono i frutti della loro vita cristiana. “L'Eucaristia fortifica la carità che, nella vita di ogni giorno, tende ad indebolirsi”, dice il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Eppure molti miei cristiani sono testimoni di eventi di cambiamento, di rinnovamento accaduti nei loro villaggi grazie all’Eucaristia, ma facilmente si dimenticano. In due villaggi, Pinoles e Baking, la gente non veniva in chiesa; a Pinoles la cappella era addirittura chiusa da tre anni. In chiesa a Baking vedevi solo qualche vecchietta, nessun uomo e nessuna famiglia al completo, a volte solo i figli teenagers e non sempre. A un certo punto, entrambi i villaggi eleggono un capitano, leader politico del villaggio, che si rivela essere un criminale: uccide senza pietà e impunemente i suoi avversari politici; non parla con la gente, ma comanda e si fa rispettare usando solo il fucile. Nel villaggio, tutti ubriachi; spesso vi sono accoltellamenti e risse dove ci scappa regolarmente il morto. La gente terrorizzata ha paura ad uscire di casa. Vi sono poi furti nelle case, ladri che tengono in ostaggio la famiglia fino a che questa non tira fuori tutto il malloppo; la polizia che se ne guarda bene di intervenire.

Alcuni cristiani vengono a lamentarsi dal prete ed io rispondo loro: “Tutto ciò è normale in un villaggio dove la gente cristiana non mangia da anni l’Eucaristia perché è chiusa la cappella, perché il lavoro nei campi, il business, è ora il vostro dio. Tornate in chiesa con i vostri mariti, mangiate regolarmente l’Eucaristia e questo inferno finirà presto”. Ho moltiplicato le messe nelle cappelle; una volta alla settimana chi vuole può partecipare alla messa serale nella propria cappella oltre alla messa domenicale mensile. Tanta gente, anche molti uomini, è tornata regolarmente a mangiare l’Eucaristia. I capitani criminali sono caduti in disgrazia, i nuovi politici sono tutti cattolici, gente di Chiesa, sempre a messa la domenica, attenti ai bisogni della gente e spesso mi contattano per valutare insieme decisioni da prendere per il villaggio. Sono spariti gli ammazzamenti per ubriacatura e i furti; i due villaggi sono ora in pace e si respira un bel clima di fratellanza anche con i tribali e con le altre sette. Che miracoli fa l’Eucaristia nel cuore dell’uomo e nella società!
Ecco perché ribadisco che sebbene sia ragionevole interrompere la comunione dei fedeli in questo lungo periodo di quarantena, io fortemente affermo che comunque non è la stessa cosa il mangiare o no l’Eucaristia ogni domenica. I fedeli senza Eucaristia sono entrati da un po’ nella modalità “sopravvivenza” che non può assolutamente diventare la normalità. La normalità deve essere il mangiare l’Eucaristia per essere forti nella vita di fede, carità e speranza che altrimenti si indebolisce sotto i colpi del diavolo. Questa è per me la vera crisi di oggi: una vita cristiana che per varie circostanze è entrata in riserva, sperando che non si spenga del tutto.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
P. Stefano Mosca: Nella quarantena da Covid-19, a Mindanao l’Eucarestia ci è necessaria come il cibo (I)
06/05/2020 11:06
Covid-19, ‘Guarire insieme e uniti’: i vescovi consacrano le Filippine alla Madonna
16/05/2020 08:00
Filippine, monta la protesta dei cattolici per far riaprire le chiese
05/05/2020 15:14
Covid-19: i vescovi consacrano le Filippine al Cuore immacolato di Maria
29/04/2020 10:24
Manila, Duterte minaccia la legge marziale per chi viola le norme anti-Covid-19
17/04/2020 14:45


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”