11/10/2010, 00.00
VATICANO - M. ORIENTE
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Papa: capitali anonimi, terrorismo e droga, distruttive false divinità del nostro tempo

I dati offerti al Sinodo per il Medio Oriente: i cattolici sono l’1,60% della popolazione. Diminuiti nei Paesi di antica tradizione cristiana, aumentati in quelli dell’immigrazione, come l’Arabia Saudita. Critiche al giuramento di fedeltà a Israele “Stato ebraico”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – I capitali anonimi, le forme di vita che hanno banalizzato l’immoralità, le ideologie terroristiche che agiscono in nome di Dio, la droga: sono le “false divinità che distruggono il mondo” di oggi e che “devono cadere”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI in una riflessione a braccio fatta in apertura (nella foto) della prima riunione del Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente.
 
Tra le “false divinità”, il Papa ha indicato i capitali anonimi, “una delle grandi potenze della nostra storia”, una forma di schiavitù contemporanea. “I capitali anonimi pongono l'uomo in schiavitù”, ha detto, aggiungendo che “essi non sono più cose dell'uomo sono invece un potere anonimo al servizio del quale gli uomini si mettono, e per il quale soffrono e muoiono”. “Si tratta di un potere distruttore che minaccia il mondo”.
 
Analoghe considerazioni Benedetto XVI ha fatto sul “potere delle ideologie terroristiche”, promosse in nome di Dio che devono essere “smascherate”. “E' apparentemente in nome di Dio che si compie questa violenza, ma non si tratta di Dio, si tratta invece di false divinità che devono essere smascherate che non hanno nulla a che vedere con Dio”.
 
Poi c'è “la droga, questo potere che come una bestia vorace mette le mani sulla terra e la distrugge”. Infine “le forme di vita propagandate oggi dall'opinione pubblica per le quali valori come il matrimonio non conta più niente, la castità non è più una virtù e così di seguito”.
 
Il Papa ha quindi tracciato un parallelo tra i primi tempi del cristianesimo, quando”il sangue dei martiri” ha “depotenziato le false divinità a partire da quella dell'imperatore” e il mondo di oggi. Anche adesso serve “il sangue dei martiri, il dolore del grido della Madre Chiesa che fa cadere, che trasforma il mondo... che non assorbe i falsi idoli”. “Siamo in una lotta contro questo falsi dei che distruggono il mondo” e tutte le false divinità “devono cadere”, deve realizzarsi ciò che annuncia Paolo nella lettera agli Efesini: “le dominazioni cadono e diventano sudditi dell'unico Signore, Gesù Cristo”.
 
I lavori dei 185 padri sinodali, intanto, oggi hanno visto oggi la lettura della “Relatio ante disceptationem”, la relazione prima della discussione. Nel corso della sua illustrazione ai giornalisti, il giuramento di fedeltà allo “Stato ebraico e democratico” che Israele si prepara a chiedere ai suoi nuovi cittadini è stato definito da mons. Bechara Rai, vescovo maronita di Jbeil dei maroniti (Libano) un fattore che fa qualificare “confessionale” uno Stato – ebraico o musulmano che sia - e che rende i cristiani “cittadini di serie B”.
 
Per uno Stato democratico, ha aggiunto mons. Antonio Naguib, patriarca della Chiesa copto-cattolica d'Egitto e relatore generale del Sinodo, chiedere tale giuramento di fedeltà “è una flagrante contraddizione, una cosa non logica, contrario ai principi democratici che si dice di voler affermare”. “Personalmente credo sia una forte contraddizione”. “Non si può - ha aggiunto - affermare e annunciare pubblicamente di essere uno Stato democratico, uno Stato civile e allo stesso tempo dire che in questa democrazia s'impone una cosa di questo genere”. “E' molto strano che ciò avvenga in uno Stato che dice di essere democratico”, anzi “l'unico Stato democratico del Medio oriente, e' una contraddizione flagrante”.
 
Alla condizione dei cristiani nella regione aveva fatto cenno, in apertura dei lavori, anche il card, Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, presidente delegato del Sinodo. “Pur registrando la situazione qualche miglioramento - ha detto tra l’altro - in taluni contesti i cattolici con gli altri cristiani soffrono ancora ostilità, persecuzioni e il mancato rispetto del diritto fondamentale alla libertà religiosa. Il terrorismo e altre forme di violenza non risparmiano nemmeno i nostri fratelli ebrei e musulmani. Vicende umanamente indegne si moltiplicano e colpiscono vittime innocenti. La perdita di persone e di beni, e di ragionevoli prospettive, genera la realtà migratoria, che è triste ed è purtroppo persistente al di là di talune eccezioni positive. L'angoscia – ha concluso - riaffiora non raramente a porre la domanda cruciale se vi possano essere giorni di vera pace e prosperità in Medio Oriente o se per l'avvenire non sia in gioco la stessa sopravvivenza della plebs sancta Dei”.
 
Il dato sulla presenza dei cristiani in Medio Oriente è tra i dati offerti dalla “relatio” svolta dal segretario generale del Sinodo, mons. Nicola Eterovic. In Medio Oriente, ha detto, “vivono 356.174.000 persone, di cui 5.707.000 cattolici, che rappresentano l’l,60 % della popolazione. Questi dati sono presi dall’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2008 nella sua ultima edizione dell’anno 2010. Non è però stato facile avere dati affidabili circa il numero dei cristiani nel Medio Oriente”. “Il loro numero approssimativo sarebbe di 20.101.866 persone e cioè il 5,90 % della popolazione. I dati, anche se orientativi, rendono idea della presenza della minoranza cristiane nella regione maggiormente musulmana, ad eccezione di Israele, ove gli Ebrei sarebbero il 75,6 %, i musulmani 16,7 %, i cristiani 2,1 %, i drusi 1,6 %, altri 4%”.  
La relazione distingue due regioni del Medio Oriente. “La prima ove i cristiani sono tradizionalmente presenti e che, purtroppo, nell’insieme mostra una forte flessione, anche in paragone ai dati dell’anno 1980 e ciò non tanto nel numero dei cattolici quanto in percentuale nei rispettivi Paesi. Il numero dei cattolici non ha seguito la crescita demografica degli abitanti. Il secondo gruppo rappresenta i Paesi ove la presenza cristiana è notevolmente aumentata negli ultimi decenni, grazie a tanti fedeli che in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita sono venuti ad abitarvi per un certo periodo di tempo. Grazie a Dio, in tali Paesi la tendenza è contraria, visto che i cattolici aumentano sia in numero sia in percentuale. È uno dei segni dei tempi che la Chiesa nell’insieme e i Pastori del Medio Oriente devono adeguatamente valutare, rendendo grazie a Dio che può scrivere anche con modi e tempi inattesi la storia della salvezza del mondo”.
 
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