10/12/2017, 12.25
VATICANO
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Papa: Avvento, colmare i vuoti di omissione, spianare le asperità dell’orgoglio. Appello per il disarmo nucleare e il clima

All’Angelus papa Francesco invita a una maggiore preghiera e una maggiore carità. Il Premio Nobel per la pace a alla Campagna Internazionale per abolire le armi nucleari. Il “forte legame” tra i diritti umani e il disarmo nucleare. Contrastare i cambiamenti climatici e lottare per uno sviluppo umano integrale. Solidarietà alle famiglie delle vittime del ciclone Okhi in India e agli alluvionati dell’Albania.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita”, le omissioni, e “spianare le asperità dell’orgoglio” per “fare spazio a Gesù che viene”: per papa Francesco è questo il senso dell’Avvento e l’invito che viene dalle letture della messa di oggi (seconda di Avvento). Dopo aver recitato l’Angelus con i fedeli in una piazza san Pietro, addobbata con l'albero e il presepe, il pontefice ha ricordato due appuntamenti mondiali: il Premio Nobel per la Pace alla Campagna Internazionale per abolire le armi nucleari, che viene conferito oggi, e il vertice “Our Planet Summit” a Parigi fra due giorni, in occasione del secondo anniversario dell’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima.

Spiegando le parole del profeta Isaia (40, 1-5.9-11), Francesco ha sottolineato: “Le valli da innalzare rappresentano tutti i vuoti del nostro comportamento davanti a Dio, tutti i nostri peccati di omissione. Un vuoto nella nostra vita può essere il fatto che non preghiamo o preghiamo poco. L’Avvento è allora il momento favorevole per pregare con più intensità, per riservare alla vita spirituale il posto importante che le spetta. Un altro vuoto potrebbe essere la mancanza di carità verso il prossimo, soprattutto verso le persone più bisognose di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale”.

“I monti e i colli che devono essere abbassati sono l’orgoglio, la superbia, la prepotenza. Dobbiamo assumere atteggiamenti di mitezza e di umiltà, per preparare la venuta del nostro Salvatore, che è mite e umile di cuore (cfr Mt 11,29) …. Queste azioni però vanno compiute con gioia, perché sono finalizzate alla preparazione dell’arrivo di Gesù. Quando attendiamo a casa la visita di una persona cara, predisponiamo tutto con cura e felicità. Allo stesso modo vogliamo predisporci per la venuta del Signore: attenderlo ogni giorno con sollecitudine, per essere colmati della sua grazia quando verrà”.

“Nel Vangelo – ha concluso -  Giovanni Battista attua la figura, annunciata da Isaia, della “voce che grida nel deserto”. Quel deserto ci offre anzitutto l’indicazione del luogo in cui visse e predicò il Battista; ma esso richiama anche il clima di conversione e di penitenza che permette di prepararci all’incontro con il Signore. Giovanni dichiara: «Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo» (Mc 1,8). Il Salvatore che aspettiamo è capace di trasformare la nostra vita con la forza dello Spirito Santo, con la forza dell’amore. Lo Spirito Santo, infatti, effonde nei nostri cuori l’amore di Dio, fonte inesauribile di purificazione, di vita nuova e di libertà. La Vergine Maria ha vissuto in pienezza questa realtà, lasciandosi ‘battezzare’ dallo Spirito Santo che l’ha inondata della sua potenza. Ella, che ha preparato la venuta del Cristo con la totalità della sua esistenza, ci aiuti a seguire il suo esempio e guidi i nostri passi incontro al Signore che viene”.

Dopo la preghiera mariana, il papa ha ricordato che oggi viene conferito il Premio Nobel per la pace a alla Campagna Internazionale per abolire le armi nucleari. “Tale riconoscimento – ha spiegato - avviene in coincidenza con la Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, e questo sottolinea il forte legame tra i diritti umani e il disarmo nucleare. Infatti, impegnarsi per la tutela della dignità di tutte le persone, in modo particolare di quelle più deboli e svantaggiate, significa anche lavorare con determinazione per costruire un mondo senza armi nucleari. Dio ci dona la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune: abbiamo la libertà, l’intelligenza e la capacità di guidare la tecnologia, di limitare il nostro potere, al servizio della pace e del vero progresso (cfr Lett. enc. Laudato si’, 78, 112, 202).

Ricordando poi l’appuntamento di Parigi, che vuole “consolidare una strategia condivisa per contrastare il preoccupante fenomeno del cambiamento climatico”, il papa auspica che questo vertice favorisca “una chiara presa di coscienza sulla necessità di adottare decisioni realmente efficaci per contrastare i cambiamenti climatici e, nello stesso tempo, combattere la povertà e promuovere lo sviluppo umano integrale”. A questo proposito, egli ha offerto la sua vicinanza alle famiglie delle vittime del ciclone Okhi, che si è abbattuto sulle coste indiane del Tamil Nadu, del Kerala e del Gujarat, e “alla popolazione dell’Albania, duramente provata da gravi inondazioni”.

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