22/05/2016, 11.52
VATICANO
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Papa: I cattolici cinesi divengano segno concreto di carità e di riconciliazione

Dopo l’Angelus, Francesco ricorda la Giornata di preghiera per la Chiesa di Cina che cade il prossimo 24 maggio: “Chiediamo a Maria di donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e perdona”. Prima della preghiera mariana, una riflessione sulla Santissima Trinità: “Questa festa ci invita ad impegnarci negli avvenimenti quotidiani per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – I cattolici cinesi “insieme a quanti seguono altre nobili tradizioni religiose, possano in questo Anno giubilare divenire segno concreto di carità e di riconciliazione. In tal modo essi promuoveranno un’autentica cultura dell’incontro e l’armonia dell’intera società”. Lo ha detto papa Francesco dopo la preghiera mariana dell’Angelus. Il prossimo 24 maggio cade infatti la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina dedicata alla Vergine di Sheshan “ausilio dei cristiani”. Chiediamo a Maria, aggiunge il papa, “di donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e perdona”.

Prima della preghiera, Francesco parla della festa della Santissima Trinità e del Vangelo di Giovanni in cui Cristo spiega ai discepoli le verità più profonde che lo riguardano: “Gesù sa di essere vicino alla realizzazione del disegno del Padre, che si compirà con la sua morte e risurrezione; per questo vuole assicurare ai suoi che non li abbandonerà, perché la sua missione sarà prolungata dallo Spirito Santo. Sarà lo Spirito a guidare la Chiesa”.

Gesù rivela in che cosa consiste questa missione: “Anzitutto lo Spirito ci guida a capire le molte cose che Gesù stesso ha ancora da dire (cfr Gv 16,12). Non si tratta di dottrine nuove o speciali, ma di una piena comprensione di tutto ciò che il Figlio ha udito dal Padre e che ha fatto conoscere ai discepoli (cfr v. 15). Lo Spirito ci guida nelle nuove situazioni esistenziali con uno sguardo rivolto a Gesù e, al tempo stesso, aperto agli eventi e al futuro. Egli ci aiuta a camminare nella storia saldamente radicati nel Vangelo e anche con dinamica fedeltà alle nostre tradizioni e consuetudini”.

Ma il mistero della Trinità, aggiunge il papa, “ci parla anche di noi, del nostro rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Infatti, mediante il Battesimo, lo Spirito Santo ci ha inseriti nel cuore e nella vita stessa di Dio, che è comunione di amore. Dio è una ‘famiglia’ di tre Persone che si amano così tanto da formare una cosa sola. Questa ‘famiglia divina’ non è chiusa in sé stessa, ma è aperta, si comunica nella creazione e nella storia ed è entrata nel mondo degli uomini per chiamare tutti a farne parte. L’orizzonte trinitario di comunione ci avvolge tutti e ci stimola a vivere nell’amore e nella condivisione fraterna, certi che là dove c’è amore, c’è Dio”.

Il nostro essere creati ad immagine e somiglianza di Dio- comunione, quindi, “ci chiama a comprendere noi stessi come esseri-in-relazione e a vivere i rapporti interpersonali nella solidarietà e nell’amore vicendevole. Tali relazioni si giocano, anzitutto, nell’ambito delle nostre comunità ecclesiali, perché sia sempre più evidente l’immagine della Chiesa icona della Trinità. Ma si giocano in ogni altro rapporto sociale, dalla famiglia alle amicizie all’ambiente di lavoro, tutto: sono occasioni concrete che ci vengono offerte per costruire relazioni sempre più umanamente ricche, capaci di rispetto reciproco e di amore disinteressato”.

La festa della Santissima Trinità, conclude Francesco, “ci invita ad impegnarci negli avvenimenti quotidiani per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia. In questa missione, siamo sostenuti dalla forza che lo Spirito Santo ci dona: essa cura la carne dell’umanità ferita dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’odio e dall’avidità. La Vergine Maria, nella sua umiltà, ha accolto la volontà del Padre e ha concepito il Figlio per opera dello Spirito Santo. Ci aiuti Lei, specchio della Trinità, a r ùpafforzare la nostra fede nel Mistero trinitario e ad incarnarla con scelte e atteggiamenti di amore e di unità”.

Subito dopo l’Angelus, il papa ricorda la beatificazione di Francesco Maria Greco avvenuta ieri a Cosenza (annuncio accolto da un applauso, che il papa chiede di estendere “a tanti bravi preti che ci sono qui in Italia”) e l’inizio, domani a Istanbul, del primo Vertice Umanitario Mondiale, finalizzato a riflettere sulle misure da adottare per venire incontro alle drammatiche situazioni umanitarie causate da conflitti, problematiche ambientali ed estrema povertà: “Accompagniamo con la preghiera i partecipanti a tale incontro perché si impegnino pienamente a realizzare l’obiettivo umanitario principale: salvare la vita di ogni essere umano, nessuno escluso, in particolare gli innocenti e i più indifesi”. La Santa Sede “prenderà parte a questo incontro umanitario, e per questo oggi viaggia il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin”

Subito dopo, Francesco aggiunge: “Martedì, 24 maggio, ci uniremo spiritualmente ai fedeli cattolici in Cina, che in quel giorno celebrano con particolare devozione la memoria della Beata Vergine Maria ‘Aiuto dei Cristiani’, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai. Chiediamo a Maria di donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e sempre perdona. In questo Anno Santo della Misericordia possano i cattolici cinesi, insieme a quanti seguono altre nobili tradizioni religiose, divenire segno concreto di carità e di riconciliazione. In tal modo essi promuoveranno un’autentica cultura dell’incontro e l’armonia dell’intera società. Quell’armonia che ama tanto lo spirito cinese”.

Dopo i saluti ai fedeli presenti – in modo particolare il pontefice è “lieto di accogliere” i fedeli ortodossi della Metropolia di Berat, in Albania, che ringrazia “per la loro testimonianza ecumenica” – Francesco saluta la comunità cattolica cinese di Roma e augura a tutti “buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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