09/12/2017, 12.18
VATICANO
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Papa: Il carisma di Francesca Cabrini è di un’attualità straordinaria

Udienza alle missionarie del Sacro Cuore di Gesù, in occasione del centenario della morte della loro fondatrice, apostola dei migranti. I migranti hanno bisogno di buone leggi, programmi di sviluppo, ma “anche e prima di tutto di amore, di amicizia, di vicinanza umana”. A lei che voleva andare in Cina, papa Leone XIII le indicò: ‘Non ad oriente, Cabrini, ma all’occidente!’. La devozione al Sacro Cuore “la rese capace di guardare al cuore di quanti avvicinava e assisteva”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il carisma di Francesca Saverio Cabrini, la santa che ha dedicato la sua vita ai migranti, “è di un’attualità straordinaria”. Lo ha detto papa Francesco oggi incontrando in udienza le missionarie del Sacro Cuore di Gesù, fondate appunto dalla santa, in occasione della conclusione del centenario della sua morte.

Tornando su uno fra i suoi temi più cari, il pontefice ha continuato: “I migranti hanno bisogno certamente di buone leggi, di programmi di sviluppo, di organizzazione, ma hanno sempre bisogno anche e prima di tutto di amore, di amicizia, di vicinanza umana; hanno bisogno di essere ascoltati, guardati negli occhi, accompagnati; hanno bisogno di Dio, incontrato nell’amore gratuito di una donna che, col cuore consacrato, ti è sorella e madre”.

Il papa ha tratteggiato alcuni aspetti della vocazione di Madre Cabrini, una donna che per la cura dei migranti “aveva attraversato per ben ventiquattro volte l’oceano per assistere i migranti nelle Americhe, e che, instancabile, si era spinta fino alle Ande e anche in Argentina”, morendo poi a Chicago il 17 dicembre 1917.

“Santa Cabrini – ha continuato - è stata una vera missionaria. Era cresciuta tenendo davanti a sé l’esempio di San Francesco Saverio, il pioniere dell’evangelizzazione in Oriente. Nel suo cuore aveva la Cina e in quella terra lontana sperava di portare l’annuncio del Vangelo. Non pensava alle migliaia e migliaia di emigranti che a causa della fame, della mancanza di lavoro e dell’assenza di un futuro si imbarcavano con le loro poche cose per raggiungere l’America, spinti dal sogno di una vita migliore. Come sappiamo, fu la lungimiranza di Papa Leone XIII che, con una battuta, le fece cambiare rotta: ‘Non ad oriente, Cabrini, ma all’occidente!’. La giovane Madre, che aveva da poco fondato le Missionarie del Sacro Cuore, doveva aprire i suoi occhi per vedere dove Dio la inviava in missione. Non dove lei voleva andare, ma dove Lui aveva preparato per lei la strada, la strada del servizio e della santità. Ecco l’esempio di una vera vocazione: dimenticare sé stessi per abbandonarsi pienamente all’amore di Dio”.

Rivolgendosi alle suore missionarie, ha aggiunto: “Il Signore rinnovi sempre in voi lo sguardo attento e misericordioso verso i poveri che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi. Madre Cabrini aveva il coraggio di guardare negli occhi i bambini orfani che le venivano affidati, i giovani senza lavoro che erano tentati di delinquere, gli uomini e le donne sfruttati per i lavori più umili; e perciò oggi siamo qui a ringraziare Dio per la sua santità. In ognuno di quei fratelli e sorelle, lei riconosceva il volto di Cristo e, geniale com’era, fu capace di mettere a frutto i talenti che il Signore le aveva affidato (cfr Mt 25,14-23). Aveva uno spiccato senso dell’azione apostolica; e se aveva avuto una così grande energia per compiere in pochi anni un lavoro straordinario, fu solo per la sua unione con Cristo, sul modello di san Paolo, da cui prese il suo motto: «Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). Una vita vertiginosa carica di lavoro, viaggi a non finire a piedi, in treno, in nave, in barca, a cavallo...; creando dal nulla sessantasette opere tra asili, scuole, collegi, ospedali, orfanotrofi, laboratori... tutto per propagare la forza del Vangelo, che le aveva dilatato il cuore perché appartenesse a tutti”.

“Santa Cabrini – ha concluso - visse della spiritualità del Sacro Cuore di Gesù. Passo dopo passo, la sua fu un’esistenza interamente protesa a consolare e a far conoscere e amare il Sacro Cuore. E questo la rese capace di guardare al cuore di quanti avvicinava e assisteva per corrispondervi in maniera coerente. Questo importante anniversario ricorda a tutti noi, con forza, la necessità di una fede che sa cogliere il momento di grazia che si vive. Per quanto difficile possa sembrare, ci dice che dobbiamo fare come lei: essere capaci di cogliere i segni del nostro tempo, leggerli alla luce della Parola di Dio e viverli in modo tale da dare una risposta che raggiunga il cuore di ogni persona”.

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