19/11/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: l’aborto non si giustifica mai, ma ci vuole accoglienza per le donne pentite

Benedetto XVI denuncia la crescente influenza della cultura secolare globalizzata, come risultato delle campagne delle “agenzie che promuovono l’aborto”. La comunità cristiana deve sostenere le donne che hanno difficoltà ad accogliere figli ed essere aperta a coloro che si pentono del grave peccato che avessero commesso.
Città del Vaticano (AsaNews) - L'aborto “non può mai trovare giustificazioni”. La diretta distruzione della vita umana non è ammissibile, “per quanto difficili siano le circostanze che portano qualcuno a considerare un passo così grave”, ma la comunità cristiana deve accogliere “quanti si pentono di aver partecipato” a tale grave peccato. Il no della Chiesa all’aborto è stato ribadito oggi da Benedetto XVI, che ha messo sotto accusa la mentalità che viene diffusa da “agenzie che promuovono l’aborto”, raccomandando al tempo stesso un atteggiamento di apertura verso coloro che si pentono.
 
Occasione per la riflessione papale è stato il discorso che egli ha rivolto ai vescovi della Conferenza episcopale del Kenya, incontrati questa mattina nella Sala del Concistoro, a conclusione della loro quinquennale Visita “ad Limina Apostolorum”.
 
“E’ materia di grande preoccupazione - ha detto, dopo aver sottolineate l’importanza della vita familiare - il fatto che la cultura secolare globalizzata stia esercitando una crescente influenza sulle comunità locali, come risultato delle campagne delle agenzie che promuovono l'aborto”. “Questa distruzione diretta di una vita umana innocente non può mai essere giustificata, per quanto difficili siano le circostanze che possono portare qualcuno a considerare di fare un passo così grave”.
 
“Quando voi predicato il Vangelo della vita - ha proseguito Benedetto XVI - ricordate al vostro popolo che il diritto alla vita di ogni innocente essere umano, nato o non nato, è assoluto e si applica ugualmente a ogni persona senza eccezione alcuna”.
 
Proprio per difendere tale visione, “la comunità cattolica deve offrire sostegno alle donne che possono avere difficoltà nell’accettare un figlio, soprattutto quando sono isolate dalle loro famiglie e dagli amici” e “la comunità dovrebbe aprirsi a riaccogliere tutti quanti si pentono dall'aver partecipato al grave peccato dell'aborto, e dovrebbe guidarli con carità pastorale ad accettare la grazie del perdono, il bisogno di penitenza e la gioia di entrare ancora una volta nella nuova vita di Cristo”.
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