12/12/2006, 00.00
VATICANO
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Papa: rispettare i diritti dell'uomo condizione per una vera pace

di Franco Pisano
Nel Messaggio per la giornata della Pace 2007, Benedetto XVI riafferma il rispetto per la vita e per la libertà religiosa. Per favorire la crescita dell'’albero della pace’ è necessario lasciarsi guidare da una visione della persona non viziata da pregiudizi ideologici e culturali o da interessi politici ed economici, che incitino all’odio e alla violenza.

Città del Vaticano (AsiaNews) - E’ il rispetto dell’uomo e dei suoi diritti la vera via per la pace, “caratteristica dell’agire divino”, dono di Dio e compito che impegna individui, Stati e comunità internazionale nel suo insieme.

E’ il concetto attorno al quale si sviluppa il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2007, che sarà celebrata il prossimo primo gennaio, pubblicato oggi. Nel documento, però, Benedetto XVI non si limita ad indicare fattori ed elementi che impediscono o si oppongono all’affermazione della pace, dal mancato rispetto per la vita alle violazioni della intangibile libertà di religione, dallo sfruttamento selvaggio della natura al terrorismo, dal permanere delle diseguaglianze tra uomo e donna e nell’accesso ai beni essenziali, alla nuova escalation nucleare, ma indica quegli atteggiamenti culturali che ad essa si oppongono.

Urge, scrive il Papa, “impegnarsi per dar vita ad un'ecologia umana che favorisca la crescita dell'’albero della pace’. Per tentare una simile impresa è necessario lasciarsi guidare da una visione della persona non viziata da pregiudizi ideologici e culturali o da interessi politici ed economici, che incitino all’odio e alla violenza. E’ comprensibile che le visioni dell’uomo varino nelle diverse culture. Ciò che invece non si può ammettere è che vengano coltivate concezioni antropologiche che rechino in se stesse il germe della contrapposizione e della violenza. Ugualmente inaccettabili sono concezioni di Dio che stimolino all'insofferenza verso i propri simili e al ricorso alla violenza nei loro confronti. È questo un punto da ribadire con chiarezza: una guerra in nome di Dio non è mai accettabile! Quando una certa concezione di Dio è all'origine di fatti criminosi, è segno che tale concezione si è già trasformata in ideologia (n.10)”.

“Rispettando la persona si promuove la pace”, scrive il Papa, che sottolinea “il dovere del rispetto per la dignità di ogni essere umano” (n.4). Ciò ha come prima consguenza il fatto che “della persona non si possa disporre a piacimento” (n.4). Il messaggio indica anche fattori che gravemente si oppongono alla pace, come la negazione del diritto alla vita o della libertà religiosa. “Per quanto concerne il diritto alla vita – scrive il Papa - è doveroso denunciare lo scempio che di essa si fa nella nostra società: accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia. Come non vedere in tutto questo un attentato alla pace? (n.5)”.

Quanto alla mancanza di libertà di religione, essa è un “preoccupante sintomo di mancanza di pace nel mondo”.  “Parlando in particolare dei cristiani – prosegue Benedetto XVI - debbo rilevare con dolore che essi non soltanto sono a volte impediti; in alcuni Stati vengono addirittura perseguitati, ed anche di recente si sono dovuti registrare tragici episodi di efferata violenza. Vi sono regimi che impongono a tutti un'unica religione, mentre regimi indifferenti alimentano non una persecuzione violenta, ma un sistematico dileggio culturale nei confronti delle credenze religiose. In ogni caso, non viene rispettato un diritto umano fondamentale, con gravi ripercussioni sulla convivenza pacifica”. (n.5).

Ma all’origine di non poche tensioni che minacciano la pace ci sono anche “sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono, da una parte, le disuguaglianze nell'accesso a beni essenziali, come il cibo, l'acqua, la casa, la salute; dall'altra, le persistenti disuguaglianze tra uomo e donna nell'esercizio dei diritti umani fondamentali. (n.6)”.

“Anche la non sufficiente considerazione per la condizione femminile introduce fattori di instabilità nell'assetto sociale. Penso allo sfruttamento di donne trattate come oggetti e alle tante forme di mancanza di rispetto per la loro dignità; penso anche — in contesto diverso — alle visioni antropologiche persistenti in alcune culture, che riservano alla donna una collocazione ancora fortemente sottomessa all'arbitrio dell'uomo, con conseguenze lesive per la sua dignità di persona e per l'esercizio delle stesse libertà fondamentali (n.7)”.

Una pace vera e stabile presuppone dunque il rispetto dei diritti dell'uomo ed anche un atteggiamento rispettoso verso l’ambiante, in quanto “l'esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace tra gli uomini. L'una e l'altra presuppongono la pace con Dio (n.8)”. Se dunque il rispetto dei diritti umani è indispensabile, la questione torna alla concezione della persona, perché se “questi diritti si fondano su una concezione debole della persona, come non ne risulteranno anch'essi indeboliti? Si rende qui evidente – si legge ancora nel documento - la profonda insufficienza di una concezione relativistica della persona, quando si tratta di giustificarne e difenderne i diritti” (n.12).

“Solo se radicati in oggettive istanze della natura donata all'uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti possono essere affermati senza timore di smentita” (n.12).  La tutela dei diritti umani rappresenta, infine, un “costante riferimento” dell’azione degli organismi internazionali ed in particolare dell’Onu e della Dichiarazione universale in tale ambito elaborata nel 1948. “Impegno morale assunto dal’umanità intera”, essa dovrebbe garantire anche il rispetto di quel diritto internazionale umanitario “in gran parte disatteso”, ad esempio, nel recente conflitto nel Libano del Sud.

E se il terrorismo da un lato e “la volontà manifestata da alcuni Stati di dotarsi di armi nucleari” dall’altro continuano ad addensare “ombre minacciose” all’orizzonte, “non venga mai meno il contributo di ogni credente alla promozione di un vero umanesimo integrale” (n.17), strumento per “farci fermipaladini della dignità umana e coraggiosi costruttori di pace”.  

Per leggere il testo completo del Messaggio di Benedetto XVI, clicca qui.

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