13/09/2006, 00.00
CINA
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Pechino accusa di terrorismo Rebiya Kadeer, candidata al Nobel per la pace

Il ministero cinese degli Esteri accusa l'attivista di etnia uighur, liberata dalle prigioni cinesi nel marzo 2005, di connivenza con "noti gruppi terroristici" che lavorano per l'indipendenza della provincia settentrionale del Xinjiang.

Pechino (AsiaNews) – Qin Gang, portavoce del ministero cinese degli Esteri ha accusato ieri l'esiliata politica Rebiya Kadeer, candidata al premio Nobel per la pace 2006, di mantenere stretti contatti con organizzazioni terroristiche e di attentare alla stabilità della Cina.

Secondo Qin, la Kadeer – appartenente alla minoranza etnica uighur, di lingua turca – cerca di dividere la provincia settentrionale del Xinjiang dal resto della Cina grazie a "note organizzazioni del terrore".

Il portavoce ha detto: "E' stata arrestata e condannata perché ha messo in pericolo la sicurezza nazionale. E' connivente con varie organizzazioni criminali ed impegnata in movimenti secessionisti anti-cinesi".

Rebiya Kadeer è stata rilasciata il 17 marzo del 2005 dalle prigioni cinesi ed ha chiesto ed ottenuto lo status di rifugiata negli Stati Uniti, dove vive. La donna, 58 anni, è stata direttrice di una affermata compagnia commerciale, nonché rappresentante del Xinjiang presso la Conferenza consultiva politica del popolo cinese. E' stata arrestata nel 1999 per diffusione di notizie all'estero, definito dalla Cina "materiale contenente segreti di Stato".

Condannata ad 8 anni di prigione, è stata rilasciata pochi giorni prima della visita del Segretario di Stato americano a Pechino ed in corrispondenza con le dichiarazioni americane di non presentare una mozione critica verso la Cina presso la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.

Anche se le guardie carcerarie non hanno mai fatto violenza su di lei, ha descritto prigionieri politici picchiati fino a rimanere zoppi: dopo il rilascio, ha parlato di una donna uighur di 96 anni che era in prigione senza neanche sapere il motivo. Le guardie torturavano  prigionieri vicino a lei, per fare sì che le urla la spaventassero.

Per rappresaglia contro le sue continue denunce dall'estero, l'11 maggio scorso la polizia cinese ha arrestato due dipendenti della sua ditta, la Kadeer trade center e pochi giorni dopo è sparito anche uno dei suoi figli, Ablikim Abdiriyim, già rinchiuso dal 1999 al 2001 in un laogai.

Lo Xinjaing ha una popolazione  di 19 milioni di persone, dei quali 8 milioni di etnia Uighur. Essi chiedono una maggiore autonomia per la regione, ma alcuni gruppi vogliono restaurare l'indipendenza che la regione ebbe dal 1938 al 1949, quando era nazione autonoma con il nome di East Turkestan. Pechino si oppone una implacabile violenza a tutti i gruppi indipendentisti, accusandoli di collusione con il fondamentalismo islamico proveniente dal Pakistan e  dall'Afghanistan.

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