29/07/2004, 00.00
hong kong - cina
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Preoccupazione nel mondo per i raid governativi contro i giornali

Secondo la Federazione Internazionale dei Giornalisti si erode la libertà di stampa

Hong Kong (AsiaNews - SCMP) – Organizzazioni internazionali dei giornalisti e perfino il Dipartimento di Stato USA hanno espresso preoccupazione per una possibile diminuzione della libertà di stampa ad Hong Kong in seguito al raid avvenuto sabato scorso nella sede di 7 quotidiani del territorio.

L'ICAC (Independent Commission Against Corruption), ha perquisito le sedi dei quotidiani Sing Tao, Oriental Daily News, The SunHong Kong Economic Journal, Apple Daily, South China Morning Post e Ta Kung Pao, requisendo materiale di redazione, arrestando e interrogando per 41 ore i legali di alcune redazioni. Anche la casa di un redattore è stata perquisita. Il motivo è che su tali giornali è apparso il nome di un testimone che doveva apparire in un processo in corso. Secondo le leggi di Hong Kong il nome doveva essere protetto. L'ICAC voleva conoscere la fonte da cui i giornalisti hanno conosciuto il nome del testimone.

Il governatore di Hong Kong, Tung Chee-hwa, a cui l'ICAC risponde direttamente, ha subito difeso l'operato dell'istituzione, famosa in passato per la sua strenua lotta contro la corruzione. Ma per molti il raid è un primo segno di attentato alla libertà di stampa.

Il Dipartimento di Stato americano ha detto che questi segni "spingono a sostenere le libertà civili di Hong Kong, compresa la libertà di stampa, e a proteggerle secondo la Basic Law [la costituzione di Hong Kong]".

Christopher Warren, presidente della Federazione Internazionale dei Giornalisti (International Federation of Journalists , IFJ), con sede in Belgio, ha scritto una lettera al capo dell'esecutivo. In essa egli si domanda il perché di "una simile estrema risposta". E continua: "I raid sembrano più un tentativo dell'ICAC di intimidire e fare violenza sui giornalisti. I giornalisti devono avere la possibilità di proteggere le loro fonti senza subire attacchi ufficiali e intrusioni. Questi incidenti sono una rozza reazione e un chiaro attacco ai diritti fondamentali dei giornalisti, divenendo una grave minaccia alla libertà di stampa ad Hong Kong".

La IFJ raccoglie circa 500 mila giornalisti nel mondo; l'Associazione dei giornalisti di Hong Kong ne è membro. L'appello della IFJ, oltre a condannare i raid, domanda le scuse ufficiali, l'affermazione dell'importanza di proteggere le fonti dei giornalisti e chiede il ritorno di tutto il materiale requisito.

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