27/05/2010, 00.00
COREA
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Pyongyang straccia l’accordo di non belligeranza con il Sud. Il silenzio di Pechino

Non accenna a calmarsi l’escalation militare in corso nella penisola coreana: il regime del Nord annuncia “attacchi immediati” in caso di violazione dei confini. Domani a Seoul il premier cinese Wen Jiabao, che vuole “un passo indietro” da parte di entrambi i Paesi.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Il governo nordcoreano ha annunciato questa mattina che sarà annullato l’accordo siglato con il Sud per “evitare incidenti accidentali” nelle acque del Mar Giallo. Lo conferma la Kcna, agenzia ufficiale del regime di Pyongyang, riportando le dichiarazioni di un generale dell'Esercito del popolo. Il capo di Stato maggiore nordcoreano, in un messaggio trasmesso alle forze armate sudcoreane, ha inoltre minacciato un attacco immediato se il Paese vicino “dovesse violare la frontiera tra le due Coree”.
 
Il nuovo annuncio è l’ultimo in ordine di tempo nell’escalation di tensione fra i due Paesi. Ieri Pyongyang ha deciso di rompere le relazioni bilaterali con Seoul, e ha lanciato nuove minacce militari contro la Corea del Sud. L’ennesima crisi tra i due Paesi, divisi dalla fine della guerra di Corea (1950-53), è stata scatenata dalla pubblicazione la settimana scorsa dei risultati di un’indagine internazionale che stabilisce che la corvetta sudcoreana Cheonan è stata affondata da un siluro nordcoreano. La sciagura ha provocato la morte di quarantasei marinai sudcoreani.
 
Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha ribadito ieri il suo sostegno alla Corea del Sud e ha annunciato che intende “far pagare” alla Corea del Nord il naufragio della corvetta, oltre a chiedere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di sanzionare nuovamente Pyongyang. La Clinton ha inoltre invitato il regime di Pyongyang a interrompere le sue “provocazioni e la sua politica di minacce”. Sulla stessa linea anche il Giappone.
 
Rimane incerta la posizione della Cina, “padrino” politico e unico sostenitore economico del regime stalinista, che ancora oggi ha chiesto “prudenza e dialogo”. Domani il primo ministro Wen Jiabao sarà a Seoul per un incontro a tre con il presidente della Corea del Sud Lee Myung-bak e il primo ministro del Giappone Yukio Hatoyama. Per ora, Pechino non ha adottato la risoluzione di condanna degli altri due Paesi asiatici contro Pyongyang.
 
Zhang Zhijun, vice ministro cinese degli Esteri, ha chiesto ieri “un passo indietro” a entrambe le nazioni e ha ribadito che la Cina non condanna Pyongyang “perché non ha notizie di prima mano sull’affondamento della Cheonan”. Per Shen Dingli, vice rettore dell’Istituto affari internazionali di Shanghai, la Cina vuole ad ogni costo evitare un conflitto: “[La Nordcorea] è un Paese in agonia, e possiamo soltanto peggiorare la situazione”.
 
Secondo l’analista “se la Corea del Nord cade diventa un problema per tutta la regione, non soltanto per la penisola. Noi diamo per scontato che nel gioco delle parti quel governo non sia un attore razionale ”.
 
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