18/11/2016, 11.23
GIAPPONE-USA
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Shinzo Abe, primo leader straniero a incontrare Donald Trump. L’ombra della Cina

L’incontro è avvenuto a New York. Una “conversazione chiara” e una “calda atmosfera”. I problemi degli accordi economici fra i 12 Paesi dell’area Asia-Pacifico, escludendo Pechino. I contributi del Giappone alla presenza militare Usa.

New York (AsiaNews/Agenzie) – Il premier giapponese Shinzo Abe è stato il primo leader straniero a incontrare il neo-eletto presidente Usa Donald Trump. A determinare il frettoloso incontro di circa 90 minuti, la minaccia di Trump a ritirare gli Usa dal Tpp (Trans Pacific Partnership) e il timore che sia lasciato troppo spazio all’egemonia cinese in Asia dal punto di vista militare ed economico.

L’incontro è stato volute da Abe, che ha fatto sosta a New York nel suo volo verso il Perù, al summit sul commercio dell’area Asia-Pacifico.

Parlando ai giornalisti dopo l’incontro con Trump, egli ha detto di aver avuto una “conversazione chiara” in una “calda atmosfera”. “Sono convinto – ha aggiunto – che Trump sia un leader verso il quale io posso avere piena fiducia”.

La campagna elettorale di Trump ha creato molte perplessità in Asia, soprattutto in Giappone e Corea del Sud. Trump ha dichiarato che Tokyo e Seoul dovrebbero sostenere con più fondi il costo delle basi militari Usa nei loro Paesi, invitandoli a procurarsi da sé armi nucleari, facendo a meno della deterrenza Usa.

Secondo dati del Congresso Usa, al presente la Corea del Sud paga più di 800 milioni di dollari l’anno per le truppe Usa sul suo territorio e sta spendendo 9,7 miliardi di dollari per spostare le basi militari americane. Tokyo paga ogni anno circa 2 miliardi di dollari per lo stazionamento di militari Usa nel suo Paese.

La posizione di Trump sembra accordarsi con la visione di Abe che da tempo spinge per una escalation militare del suo Paese, fino a cambiare la sua costituzione pacifista.

Il leader giapponese è anche desideroso che Trump abbia un ripensamento sul Ttp, che il neo-presidente (durante la campagna elettorale) ha detto di non voler ratificare. Abe è riuscito a far votare e approvare alla Dieta l’adesione al Ttp, che egli vede come un possibile freno all’egemonia economica cinese in Asia. Il Ttp – voluto intensamente da Barack Obama - facilita accordi economici fra 12 Paesi dell’area Asia-Pacifico, da cui però la Cina è esclusa. I Paesi implicati sono: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Vietnam e Stati Uniti. Dopo le affermazioni di Trump, anche il Vietnam si è detto non disponibile alla ratifica.

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