Siccità nel Bangladesh nord-occidentale: da sei mesi manca l’acqua potabile
La zona rientra nella diocesi di Mymensingh, dove vivono quasi 5,5 milioni di persone. Gli abitanti dei villaggi percorrono tutti i giorni più di due chilometri a piedi per trovare pozzi e fontane. Spesso “bevono l’acqua inquinata delle cascate e poi si ammalano”. Esperto rivela che la siccità “è il primo problema, ma anche l’utilizzo dell’acqua da parte degli agricoltori”.
Sherpur (AsiaNews) – La parte nord-occidentale del Bangladesh è stata colpita da un’ondata anomala di siccità e da sei mesi manca l’acqua potabile. Nobas Khakshi, un leader tribale di Sherpur, riferisce che gli abitanti dei villaggi sono costretti a percorrere tutti i giorni più di due chilometri a piedi per trovare pozzi o fontane. L’area interessata rientra nella diocesi di Mymensingh, dove la maggior parte della popolazione è composta da cristiani appartenenti all’etnia garo. L’acqua scarseggia in almeno una decina di distretti, dove vivono quasi 5,5 milioni di persone.
In Bangladesh i periodi di siccità sono rari e la popolazione riesce a utilizzare l’acqua per i bisogni quotidiani del lavoro nei campi e nelle industrie e per le faccende domestiche. Invece dall’inizio dell’anno, continua Khakshi, “è in corso un’emergenza idrica che sta minacciando la vita dei residenti”.
Il governo ha installato nella zona alcuni pozzi poco profondi, che però non bastano a soddisfare la domanda. L’ingegnere Abdul Motalab, funzionario locale del Dipartimento idrico, dice ad AsiaNews: “So che il 60% di questi pozzi non funziona nella stagione secca”.
Per quanto riguarda poi l’emergenza di acqua potabile, l’esperto riferisce che “la siccità è la prima causa”, ma l’opera dell’uomo è determinante: “Gli agricoltori utilizzano dei macchinari poco profondi per irrigare i terreni e l’acqua scende negli strati più profondi”.
Forchan Sangma, un cattolico, riferisce che gli abitanti dei villaggi raccolgono l’acqua dalle fontane situate in collina: “La maggior parte di essi beve l’acqua inquinata delle cascata e di altre fonti e poi si ammala”. “Non vediamo l’ora che arrivino le piogge – continua – così avremo un po’ di sollievo”.
La stagione delle piogge è attesa per aprile, ma secondo il cattolico “il governo dovrebbe prendere subito provvedimenti. Noi non abbiamo la possibilità di installare dei pozzi più profondi”.
Razak Miha, un musulmano, denuncia: “Ogni anno le persone che abitano in quest’area affrontano sempre lo stesso problema. Ho tentato per un’ora di raccogliere l’acqua dal mio pozzo ma non ci sono riuscito”.
Gli esperti sostengono infine che per “risolvere il problema della siccità in modo definitivo, le persone dovrebbero smetterla di riempire gli stagni e scavarne di più profondi per conservare l’acqua. Dovrebbero essere allargati i fiumi e costruite dighe, in modo da raccogliere l’acqua”.
30/10/2021 08:00
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