24/11/2008, 00.00
VIETNAM
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Un fallimento la riunione del Comitato vietnamita dei cattolici “governativi”

di J.B. An Dang
La riunione, rinviata da tre anni, era stata preannunciata dagli organi si stampa, ma nel resoconto finale manca il dato dei partecipanti. L’organismo ha cambiato nome per la tera volta, ma continua a non avere seguito tra i fedeli.
Hanoi (AsiaNews) – E’ stato un fallimento il quinto incontro del Comitato vietnamita di solidarietà dei cattolici (VSSC), che rappresenta il più recente tentativo del governo vietnamita di dar vita ad una Chiesa patriottica di tipo cinese.
 
Programmato per il 2005, dopo numerosi rinvii, il VSSC si è finalmente riunito a Hanoi il 19 e 20 novemre. Nell’annuncio dato dall’aenzia governativa VNA, ad esso avrebbero dovuto prendere parte “425 delegati tra i quali 145 sacerdoti”. Le cose non debbono essere andate proprio così, visto che il resoconto fatto a fine incontro da VietNamNet, altra agenzia statale, non indica il numero dei partecipanti ed informa che sono stati eletti 128 membri, tra i quali 74 preti. Che rappresentno meno del 3% dei circa 2.800 sacerdoti vietnamiti.
  
D’altro canto, il tentativo governativo di creare una Chiesa cattolica fedele al Partito comnista e non al papa ha incontrato solo fallimenti. Un primo “Comitato di collegamento per cattolici patriottici e amanti della pace” fu creato nel marzo 1955. Aveva gli stessi obiettivi di analoghi organismi costituiti per dividere i seguaci delle diverse religioni, primi tra tutti i buddisti, oggi divisi tra la Chiesa buddista vietnamita (VBD) - organizzazione “approvata” dal governo - e la Chiesa buddista unificata (UBCV).
 
L’operazione, già allora, non riuscì ad ottenere granché, tanto che il governo cambiò politica, tentando di sradicare la Chiesa con il blocco delle nomine dei vescovi, la quasi totale chiusura dei seminari e la confisca dei beni di istituzioni ecclesiastiche. Meglio sembrò andare al regime, dopo l’unificazione del Paese, nel 1975, con il “Comitato per la solidarietà dei cattolici vietnamiti” (VCSC) che, all’inizio, vide l’adesione di numerosi cattolici. A rivoltare anche questa situazione provvidero l’imprigionamento di numerosi sacerdoti e laici cattolici, a partire dall’allora vescovo ausiliare di Saigon, il futuro cardinale Francis Nguyen Van Thuan (nella foto), ed una stupefacente celebrazione religiosa in occasione del primo congresso del VCSC: i sacerdoti eliminarono completamente la preghiera per il Papa, indicando una scelta di campo che finì col lasciare soli i pochi che rimasero.
 
A sancire la fine del VCSC provvide, nel 1985, una messa in guardia della Santa Sede sull’appartenenza del clero al Comitato.
 
Ora sembra che, almeno in parte, si voglia tornare alla politica della confisca dei beni e degli attacchi a vescovi e sacerdoti. E la riunione di questa inconsistente nuova edizione del Comitato.
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