08/07/2005, 00.00
IRAQ
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Vescovo di Baghdad: "Londra non si pieghi al terrorismo nascosto nelle nostre case"

Mons. Wardouni, vescovo ausiliare della capitale irachena, confida ad AsiaNews: "Conosciamo la molla psicologica del terrorismo, ma l'Occidente deve reagire usando la cooperazione internazionale". Vescovo di Mosul alle vittime: "Vi siamo vicini, viviamo ogni giorno ciò che avete vissuto ieri".

Baghdad (AsiaNews) – Monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare dei caldei di Baghdad, si unisce alle voci che in tutto il mondo condannano gli attentati che hanno colpito ieri Londra. "In profondità noi, come Chiesa e come cristiani – ha detto in un'intervista ad AsiaNews -  condanniamo con tutte le nostre forze questi atti terroristici".

"L'esperienza diretta dell'Iraq e della sua popolazione esposta ogni giorno al terrorismo – dice – fa sì che nessuno possa gioire della presenza di terroristi in alcuna parte del mondo". "E' troppo presente nelle nostre vite il male rappresentato dal terrorismo – spiega – e questo è il peggiore male, perchè fatto contro gli innocenti, contro una popolazione che cerca solo di vivere una vita ordinaria".

L'invito che mons. Warduni rivolge al mondo è quello di "non solo condannare ma di cooperare affinché il terrorismo non aumenti e vengano scoperti i responsabili". "Tutte le nazioni – sottolinea - si devono impegnare per scoprire queste persone, questi vermi che rappresentano una malattia pericolosa per tutto il mondo, come ha dimostrato il rapimento e, forse, l'uccisione di Ihab al Sharif, l'ambasciatore egiziano qui a Baghdad".

Gli attacchi di Londra non devono piegare la popolazione: "Noi siamo tristemente a conoscenza della molla psicologica del terrorismo. Uscendo da casa, non siamo sicuri di rientrarci sani e salvi, ma non per questo possiamo arrenderci supinamente alle minacce". "Come comunità cristiana – aggiunge – possiamo fare ben poco a livello pratico, perché non abbiamo molte forze, ma siamo sempre pronti a pregare affinché il Signore dia luce a tutto il mondo".

Per reagire l'Occidente deve capire che il terrorismo è "come un ladro nascosto nella propria casa e  molto difficile da scoprire". "L'unica strada per combattere efficacemente il terrorismo – continua - è la buona volontà e la cooperazione, interna agli Stati ed internazionale. Non vi è bisogno di usare la forza militare in maniera sbagliata, basta usare la cooperazione ed il dialogo interno per fermare questa gente".

La cooperazione non riesce a fermare gli attacchi iracheni "perché si ha quasi l'impressione che in Iraq il terrorismo sia stato importato". "Abbiamo molta paura – conclude il prelato - e dobbiamo parlare con cautela perché le nostre frontiere sono quasi aperte a tutti. Ma preghiamo per la luce del Signore".

Da Mosul, teatro di attentati quotidiani, esprime solidarietà e comprensione anche l'arcivescovo Paulos Faraj Rahho, che ad AsiaNews dice: "Mi sento molto vicino a queste persone e capisco in maniera profonda le sensazioni che provano perché ciò che loro hanno subito ieri si ripete purtroppo qui da noi ogni giorno". Mons. Rahho definisce inoltre questi terribili atti "un monito ed una chiamata a coloro che guidano le nazioni di tutto il mondo, affinché rivedano la loro politica ed i loro interessi in modo da poter trovare nuove forme di collaborazione".

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